“In queste giornate dominate da balletti elettorali poco decorosi, la notizia del deposito della sentenza di assoluzione della Corte di assise di appello di Palermo sulla trattativa Stato-mafia rischia di passare inosservata”.
Così su Facebook il leader del M5S, Giuseppe Conte.
“La trattativa di apparati dello Stato con i boss mafiosi c’è stata, osserva la Corte. E risulta ben documentata. Però non risulta che coloro che l’hanno condotta (gli ufficiali del Ros) abbiano ricevuto input politici da esponenti di governo o dalle alte cariche istituzionali.
Consideriamo quindi pienamente legittima la coesistenza tra il comportamento di ufficiali dello Stato che con la mafia negoziano in proprio (per lodevoli finalità, s’intende) e la integerrima condotta di magistrati, come Falcone e Borsellino, che con la mafia non sono venuti a patti e per questo ci hanno rimesso la vita? Come si concilia la pretesa che rivolgiamo a imprenditori e negozianti di assumere un atteggiamento di massimo rigore nei confronti della mafia, senza nessuna concessione al pizzo e alle richieste estorsive, se poi lasciamo liberi singoli ufficiali e funzionari dello Stato di venire a patti con i boss? […]
(Domani, su questo tema, il mio intervento completo sul Fatto Quotidiano)”, conclude il post.