“Letta, Di Maio e Draghi hanno agito per farmi fuori”.
Così leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, intervistato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, per la trasmissione “30 minuti al Massimo”.
Conte ha poi affermato che “la crisi di governo è da imputare alla volontà del premier, a Enrico Letta e Luigi Di Maio” accusando il segretario del Pd e il presidente del Consiglio di essere “stati zitti mentre Di Maio metteva a repentaglio l’equilibrio della maggioranza”.
Secondo l’ex premier, nonostante il ministro degli Esteri abbia dichiarato di considerare una “minaccia” il M5S “né il presidente del Consiglio, che è venuto in Parlamento e non ha voluto dialogare, né il Pd hanno detto nulla”.
Quanto ai rapporti con Grillo, l’ex premier ha detto che sono “molto buoni, ci sentiamo costantemente. In passato c’è stato un momento vero di scontro e di visioni diverse. Poi c’è stata una ricomposizione, si è trovato un equilibrio e ora riusciamo a collaborare”.
Con Virginia Raggi ci sono state delle frizioni? “Personalmente nessuna frizione e nessuna ruggine. Lei ha dato un’interpretazione errata delle regole, ha fatto tre mandati perché aveva il mandato zero, quindi li ha esauriti. È la regola che vale per tutti. Poi ha parlato di trasparenza e partecipazione, che sono il nostro segno distintivo e che abbiamo rispettato anche stavolta”, ha risposto Conte.
Sulla flat tax proposta dal centrodestra, Conte ha detto: “Con il cashback fiscale, uno strumento per orientare tutti i cittadini sull’utilizzo della moneta elettronica. Lo Stato può selezionare alcune spese, come quelle sanitarie e veterinarie, e provvedere al riaccredito immediato sul conto corrente, invece di aspettare di recuperare lo sconto con la detrazione in dichiarazione dei redditi”.
L’altro cashback non aveva funzionato vero? “Lei mi sta provocando, tutti i dati che abbiamo avuto dicono che aveva funzionato molto bene. Grazie al cashback siamo passati da 4 a 25 milioni di cittadini che hanno lo Spid, l’identità digitale”, è la risposta di Conte.