“Siamo davvero di fronte all’indecenza e alla scorrettezza istituzionale, con il ministro degli Esteri in carica che utilizza la sua posizione per fini squisitamente elettorali e di parte. Su questo, Di Maio e lo stesso Pd, che parla a più riprese di serietà, dovrebbero riflettere: il suo ruolo, nonostante il frangente elettorale, richiede serietà, responsabilità, buonsenso”. Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia (FI) e presidente della Commissione Esteri a Palazzo Madama. “Mai nella storia della Repubblica era accaduto che il titolare della Farnesina gettasse fango sull’immagine delle forze politiche avversarie sui temi internazionali, contribuendo così a scalfire l’immagine del Paese intero su scala globale. Se Di Maio vuole proseguire questo tipo di campagna elettorale, tutta fango e mistificazione, abbia quantomeno la decenza di dimettersi e affrontare la competizione senza lo scudo istituzionale”, conclude.
Cecchetti (Lega): “Di Maio su Russia parla come al bar”
“Al netto che le accuse rivolte alla Lega dal ministro degli Esteri in carica, Luigi Di Maio, su inesistenti ingerenze russe, sono assurde, infondate e ridicole, al netto di questo… ma e’ possibile che uno che fa il ministro degli Esteri da ormai tre anni, e che dovrebbe sapere tutto ma proprio tutto di contatti diplomatici, di relazioni con ambasciate ecc, per lanciare un’accusa infamante e grave come questa debba dire ‘da quel che ho letto in un’indagine giornalistica de La Stampa’… Dunque Di Maio non ha sue fonti diplomatiche? Non ha relazioni di ambasciatori o funzionari? No il ministro Di Maio si basa su quel che legge su un quotidiano, esattamente come farebbe qualunque cittadino al bar parlando di calcio o del festival di Sanremo. Ma ci rendiamo conto che questo qui da tre anni gestisce la Farnesina?”. Lo dichiara Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati.
Parsi: “Salvini e Berlusconi smettano con aperture a Russia”
Il rischio di ingerenze russe nella campagna elettorale italiana “sarebbe paradossale che non ci fosse, perché i russi hanno esercitato ingerenze scorrette nei più importanti cicli elettorali di questi ultimi anni”. Lo dice all’Adnkronos il professore di Relazioni internazionali dell’Università Cattolica di Milano, Vittorio Emanuele Parsi, dopo le dichiarazioni dell’ex presidente russo Dmytri Medvedev, che – spiega l’accademico – “adombrando” ingerenze da Mosca “creano comunque un effetto di disturbo al corretto processo elettorale di una democrazia”. Per questo, secondo il politologo, “con una guerra in corso scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, che mina i principi dell’ordine internazionale, i cittadini italiani è lecito che si aspettino che venga chiarita qualunque ambiguità nel rapporto tra la Lega e Russia Unita e tra la leadership della Lega ed esponenti dell’amministrazione russa”. Farlo “andrebbe anche nell’interesse di Salvini”, sottolinea Parsi, osservando che “dire che non lo si fa, perché tanto è inutile e si è insospettabili, è chiaro che induce negli altri il sospetto che non lo si faccia, perché non si è in grado di farlo”. Salvini – rimarca il professore – non è però l’unico “leader politico del centrodestra che ha avuto o ha rapporti molto stetti con Putin: l’altro è Berlusconi, non ce lo dimentichiamo mai”. Quanto alla leader di Fratelli d’Italia, “le va riconosciuto – sottolinea Parsi – che ha sempre tenuto una posizione coerentemente atlantista sulla questione della guerra della Russia in Ucraina. Questo è indubitabile”. Ed è per questo che “sarebbe anche nell’interesse di Meloni che Salvini e Berlusconi la smettessero di essere su posizioni aperturiste nei confronti della Russia e di Putin”.