Mario Draghi viene definito “un Quisling” e l’unico voto possibile il 25 settembre sarebbe quello alla lista no-vax e filo-putiniana di Italia sovrana e popolare.
Solo quattro giorni prima di morire nell’attentanto di ieri notte, Daria Dugina (figlia dell’ideologo di Putin, Alexandre Dugin) sul suo sito “United world International” pubblicava un articolo firmato da Fabrizio Verde che analizzava la situazione politica italiana.
Nel pezzo si afferma che «l’Italia di Draghi, con il suo cieco servilismo verso gli Stati Uniti, ha contribuito all’attuale crollo dell’Europa, portandola sull’orlo di una crisi economica, politica, sociale». Sulla spinta «delle élite politiche che hanno deciso di seguire i dettami di Washington e di lanciarsi contro la Russia, che è un fornitore di energia indispensabile per quasi tutta l’Europa».
Quanto alle prospettive future dell’Italia, nell’articolo si legger che «non c’è in vista nessun cambiamento di prospettiva», neanche in caso di vittoria del centrodestra. Perché «Giorgia Meloni ha avuto fretta, come gli altri leader, di proclamare la sua fede nell’alleanza atlantica, che sembra una necessità per governare in Italia». Per il sito di Daria Dugina, gli italiani dovrebbero puntare su «Italia Sovrana e Popolare, che include alcune formazioni come il Partito Comunista, Ancora Italia, Riconquistare l’Italia»: una coalizione considerata «unica alternativa al totalitarismo liberalista, guerrafondaio e sanitario», il cui programma mette «tra le priorità far uscire l’Italia dalla Nato, dall’Ue, dall’Euro e dall’Oms. E include lo stop immediato dell’invio di armi al regime ucraino e alle sanzioni alla Russia».
Attentato a Mosca, la figlia di Aleksandr Dugin morta in un attentato
La commentatrice politica Daria Dugina, figlia del filosofo russo filo Putin, Alexander Dugin, è morta ieri sera intorno alle 21,45 locali a bordo dell’auto su cui viaggiava, esplosa alla periferia di Mosca.
Secondo le prime informazioni – si legge su Ansa.it – la donna era alla guida di una Toyota Land Cruiser Prado di proprietà del padre sulla quale non c’erano altri passeggeri. Dopo la deflagrazione – hanno raccontato alcuni testimoni – l’auto si è rovesciata ed è finita fuori strada. Il corpo carbonizzato (e irriconoscibile) della vittima è stato recuperato dai soccorritori giunti sul posto. In alcuni video – diffusi in rete – si vede Dugin disperato, con le mani nei capelli, a pochi metri dall’auto in fiamme.
A Mosca gli investigatori hanno aperto un’indagine criminale sull’uccisione di Darya Dugina. Gli stessi inquirenti del Dipartimento investigativo della capitale russa, che indagano anche per la modalità con la quale è stato compiuto l’attentato, che ha messo in pericolo altra gente, hanno dichiarato che, dai primi accertamenti, appare probabile che sulla Toyota Land Cruiser fosse stato “piantato un ordigno esplosivo”.