“Almeno 15 punti. E tale rimarrà” la distanza c’è tra il centrodestra e il centrosinistra “perché il voto last minuite stavolta non cambierà i rapporti di forza”.
Lo ha detto in un’intervista a Repubblica Roberto D’Alimonte, politologo, docente alla Luiss.
Il 40 per cento di indecisi “in realtà è fasullo, perché sappiamo già che almeno il trenta sicuramente non ci andrà a votare”, ha fatto notare l’esperto, secondo il quale “si rischia di scendere per la prima volta sotto il 70 per cento dei votanti. Nel 2018 andò alle urne il 73 per cento, ma l’astensione fu attutita dal voto per l’M5S”.
Come spiega l’ascesa di Conte? “E’ il partito del reddito di cittadinanza. E quindi il radicamento è ancora molto forte al Sud. Ho visto dei sondaggi riservati che danno l’M5S sopra il venti per cento in Molise e a Napoli. Del resto quattro anni fa lì presero il cinquanta per cento”, ha risposto il politologo, che ha spiegato: il centrodestra vuole eliminare il reddito di cittadinanza “perché è sensibile alle piccole e medie imprese che non riescono ad assumere perché nessuno vuole perdere il sussidio. Mi trovo in Molise dove gli agricoltori fanno fatica a trovare chi raccoglie l’uva nei campi. Questi operai prendono 60 euro netti al giorno, significa circa 1200 euro nei venti giorni della vendemmia, ma chiedono di lavorare in nero, cosa non più possibile visti i controlli degli ispettori del lavoro nei campi”.
Il dato più realistico secondo D’Alimonte è che il centrodestra si aggiudichi “il 70 -80 per cento dei seggi uninominali e il 55-60 dei totali. Non avrà problemi di maggioranza né al Senato né alla Camera”. “Sono le elezioni più scontate di sempre”, ha osservato.