«Non posso giudicare dove andrà a finire la politica italiana. Penso che nessuno possa dirlo. Temo tuttavia che una vittoria dei partiti di destra possa essere per molti versi destabilizzante sia per l’Italia sia per l’Europa e il mondo intero».
Lo ha detto alla Stampa il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, secondo il quale l’impatto di un successo del centrodestra italiana il 25 settembre avrebbe «senza dubbio» ricadute internazionali negative.
Al Forum di Cernobbio, per esempio, «uno dei due candidati per la destra, Matteo Salvini, ha lasciato intendere che le sanzioni contro la Russia, dopo l’invasione in Ucraina, devono essere riviste. Non ha senso». Al contrario, ha affermato Stiglitz, «penso che una retromarcia sulle sanzioni contro Mosca sia totalmente sbagliata. Le sanzioni devono essere inasprite. Non solo. Bisogna ristrutturarle per renderle più efficaci. Cosa che il G7 ha cercato di fare con la proposta sul ‘cap’ del prezzo del gas. E aggiungo: avrebbero dovuto farlo fin dall’inizio del conflitto in Ucraina. I governi occidentali devono fare di più per proteggere i cittadini e assicurarsi che l’impatto sia condiviso equamente, specie in Europa, che è l’area economica più colpita dalle conseguenze dell’invasione russa in Ucraina. Tutti, secondo me, si rendono conto che c’è una guerra, anche se i soldati in quella guerra sono ucraini. È una guerra europea. Ma manca quello sforzo in più per rendere le sanzioni più dolorose per il Cremlino».
Economicamente, su come stanno rispondendo i partiti di destra in Italia e nell’area euro, Stiglitz ha osservato: «Non si può provare a fingere che l’economia funzioni normalmente, quando sei in una situazione di guerra, quando si entra in uno scenario bellico che sconvolge i tuoi diretti confini. La risposta dell’Europa è stata molto forte. Ma se hai partiti politici, e uno dei maggiori Paesi europei, che dubitano sulle risposte da fornire contro questa situazione, le cose non possono andare bene. Specie perché questo conflitto è in corso proprio adesso».