Elezioni: la Lega registra qualche «problema».
Lo ha detto in un’intervista a Libero il sondaggista Antonio Noto, che ha spiegato: «Questo perché il Carroccio ha più competitor: ha Fratelli d’Italia, che al Nord sta rosicchiando molto consenso e ha il fronte del Sud, dove sta diminuendo in maniera significativa rispetto ai recenti exploit. In ogni caso penso che alla fine il suo risultato non sarà eccessivamente lontano dalle percentuali del 2018».
Quanto al Pd, Noto ha osservato che a Leta «finora la campagna elettorale non gli sta creando consenso. Che poi la sua è una polarizzazione finta: se sommiamo semplicemente i voti di Azione e M5S già stiamo attorno al 20%. Più un 7% di italiani che votano al di fuori dei partiti normali. Che significa? Che siamo a circa il 27% che non vota né il centrodestra né il centrosinistra. Come fai a fomentare la polarizzazione quando hai un italiano su tre che non vota i due schieramenti? Insomma, questa sua strategia non porta lontano».
«Mi sembra più che altro che il centrosinistra non abbia proprio un candidato premier e che quando gli pongono la domanda rispondono vagamente “dovrebbe essere Draghi”. Questo è un grave errore – il peggiore – di strategia e di comunicazione: perché gli elettori sono anche tifosi. Si stringono e vogliono vedere il leader in prima fila: eil fatto di non avere la consapevolezza di chi sarà il premier nel caso di vittoria del centrosinistra demotiva una parte dell’elettorato», ha aggiunto.
Letta a questa tornata elettorale rischia perché «ha due concorrenti più o meno forti. C’è un’area di sinistra che guarda con simpatia al M5S. Poi c’è un’area liberale, progressista, che oggi guarda con simpatia a Calenda. Il Pd ha due competitor: e se questi dovessero riuscire a rosicchiargli 2 punti a testa ciò si tradurrebbe in un problema molto serio per Letta»