“Se dovessimo vincere le elezioni, una volta presentata la nostra prima legge di bilancio, forse le persone all’estero noteranno come esistano partiti più seri di quelli che hanno aumentato il nostro debito per acquistare i banchi di scuola con le rotelle”.
Lo ha dichiarato la leader di Fdi, Giorgia Meloni, rispondendo in un’intervista al Washington post alla domanda se ritenga importante farsi accettare in Europa.
“Quindi non ho bisogno di sentirmi accettata. E con questo intendo dire che non mi considero una minaccia, una persona mostruosa o pericolosa. Non nego di aver criticato l’Unione Europea, e spesso le sue priorità, ma forse in alcuni casi non abbiamo sbagliato. Quello che sta accadendo negli ultimi anni, con la pandemia e la guerra, dimostra come molte priorità europee fossero fuori luogo”, ha spiegato.
A proposito della possibilità che diventi premier dopo le elezioni del 25 settembre, la leder di Fdi ammette: “Non posso dire che di fronte a una tale responsabilità le mie mani non tremino”. Chiarendo di non aver mai “considerato la politica come una questione personale” e che in passato voleva diventare “interprete o traduttrice”, Meloni ha spiegato che nel caso gli elettori assegnino a Fratelli d’Italia questo tipo di responsabilità allora “sarò premier”, anche se la decisione – osserva – spetta al presidente della Repubblica.
“Il Superbonus era una misura che nasceva con un obiettivo molto nobile, quello di migliorare il nostro patrimonio edilizio andando incontro alla transizione ecologica. La norma è stata scritta male e applicata peggio. Ci sono state delle truffe e, quando lo Stato se n’è reso conto, ha gettato il bambino con l’acqua sporca, lasciando in ginocchio una serie di aziende. Penso che dovremmo rivedere la misura del Superbonus, l’entità non dovrebbe superare l’80%. Credo che bisognerebbe dare priorità alla prima casa, ma bisogna salvare anche tutti gli ‘esodati’ del Superbonus. Credo che sia un fatto di credibilità delle istituzioni”, ha detto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, nel corso del ‘Faccia a faccia’ nella sede della Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, a Roma.