«Mentre la crisi economica e sociale legata anche al caro-bollette prosegue inesorabile (e l’Europa, sostanzialmente, resta ferma) si registrano commenti entusiasti sulla controffensiva ucraina. Controffensiva costata la vita a 7000-9000 soldati ucraini. Ma tanto che ci importa. Mica muoiono i nostri figli. Suvvia. Più armi fino alla vittoria finale. Fino alla sconfitta storica della Russia. A questo punto basta ipocrisia. Basta chiamarla guerra Russia-Ucraina».
Così Alessandro Di Battista in un post su Facebook.
«Ormai è una guerra Nato-Russia, in Ucraina. Armi Nato, addestramento Nato, intelligence Nato, aeroporti Nato da dove partono le armi, obiettivi definiti dalla Nato, “volontari” Nato sul campo. Intanto qualcuno parla e osa rompere il fronte dei “marines da divano”. Per esempio il generale Bertolini, ex comandante della Folgore che dice: “La controffensiva di Kharkiv non può essere replicata. Gli ucraini hanno subito perdite troppo pesanti per ripetere un’avanzata così efficace. Ora Zelensky tratti, o Mosca sceglierà l’escalation”. Non so se abbia ragione lui. So che nessuno sta lavorando alla Pace. Anzi la controffensiva ucraina viene utilizzata dalle nostre parti per convincerci che facciamo bene ad inviare armi e che i sacrifici di cittadini e imprese rispetto alla crisi energetica hanno un valore», ha spiegato.
«Insomma anche quella in Ucraina deve diventare una guerra duratura. Come in Afghanistan. Così da permettere un trasferimento di denari provenienti dalle nostre tasse dallo stato sociale (o dalla lotta ai cambiamenti climatici) alle multinazionali delle armi», ha concluso.
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Di Battista: “Dopo il voto creeremo un’associazione dei cittadini”
“Un mio ritorno nel M5S? Prima bisogna vedere la concretezza delle cose dette dal Movimento in campagna elettorale, poi vedremo. Dopo il voto creeremo un’associazione dei cittadini per fare politica da fuori”.
Così l’ex esponente del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista al TPI Fest 2022, la festa di The Post Internazionale, che per la prima volta si tiene proprio nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, presso la Tettoia Nervi alla Bolognina, nella appena inaugurata Piazza Lucio Dalla.
“Non mi è dispiaciuto che Conte non mi abbia chiesto di candidarmi perché la salvaguardia della mia libertà è così importante”, ha dichiarato Di Battista.
“Sono fiero delle scelte che ho fatto, ho assoluta libertà di prendere posizioni. Dopo le elezioni creeremo un’associazione libera di cittadini per fare politica da fuori, perché non bisogna essere parlamentari per fare politica”.
“Con Conte abbiamo parlato, non di piazzamenti e candidatura, ci siamo confrontati, mi ha mostrato alcune resistenze che erano interne. E abbiamo compreso che su alcuni punti siamo in disaccordo, poi magari tra qualche tempo lo saremo di meno”.
“Nessuno dell’attuale dirigenza dei 5 Stelle ha chiesto di candidarmi” ha aggiunto l’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, che poi su un eventuale rientro nel M5S ha dichiarato: “Io prima vedo se quel che viene detto in campagna elettorale si trasforma in concretezza, poi farò le mie valutazioni“.
L’ex parlamentare ha elogiato Conte: “Se non ci fosse lui, il Movimento prenderebbe il 3% alle elezioni”.
Di Battista, comunque, ha dichiarato di essere ancora “legatissimo” al Movimento e soprattutto al suo fondatore Gianroberto Casaleggio, il quale “credeva nelle democrazia diretta” e non accettava compromessi a differenza degli attuali esponenti politici che, secondo Di Battista, “fanno compromessi perché temono per le loro carriere” come hanno fatto “i sindacalisti come la Camusso, che poi è finita nel Pd”.
“Tre degli ultimi quattro segretari della Cgil – ha aggiunto Di Battista – sono finiti nel Pd. Capite quali sono i conflitti d’interessi pericolosi? Eppure ci hanno fatto credere che l’unico conflitto d’interessi fosse quello di Berlusconi”.