Erspamer: «La priorità di Meloni è venire accettata da Washington, da Bruxelles e dalla finanza globalista»

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Il professor Francesco Erspamer ha condiviso sulla propria pagina Facebook alcune valutazioni sui risultati delle elezioni.

In primi, ha scritto il professore: «Nel decidere le mie inclinazioni politiche ho sempre preso in considerazione anche gli elettori e militanti di un partito e non solo la sua dirigenza. In questa prospettiva continuo ad apprezzare i pentastellati: che hanno ignorato e dunque escluso dal Parlamento due personaggi rivelatisi presuntuosi quanto mediocri come Di Maio e Paragone. Mentre un numero sufficiente di piddini (o ex piddini, che è lo stesso) ha rieletto Renzi e legioni di berlusconiani (tali sono metà di coloro che alle politiche hanno votato Meloni) hanno regalato la Sicilia a Schifani, malgrado le relazioni con la mafia (o forse proprio per quello)».

Secondo Erspamer «non basta che Letta si dimetta da segretario: se la sinistra vuole rinascere deve dare un segnale forte espellendolo insieme a tutti gli altri artefici della trasformazione di quello che era un partito socialista in una succursale del Pd americano. Lo fecero sostenendo che così si sarebbe vinto, invece non fanno che perdere; ma in realtà era proprio questo il loro obiettivo: da un lato cancellare, oltre al comunismo, il senso di comunità, dall’altro promuovere l’individualismo liberal, quello dei diritti privati di fare, essere, sentirsi e consumare quello si vuole».

Il docente ha concluso: «Peccato che Meloni non sia la donna forte auspicata da coloro che l’hanno votata e neppure una populista o una nazionalista; la sua priorità è venire accettata da Washington, da Bruxelles e dalla finanza globalista. Sarà aggressiva a chiacchiere ma nei fatti una liberista obbediente e politicamente corretta, rispettosa dei miti della globalizzazione, della crescita perpetua (in particolare tecnologica) e della mobilità (migrazioni incluse), perché sono destini manifesti e comunque lo vogliono il Mercato e anche Dio».

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