«Non ho votato, faccio parte di quella parte della società che non ha votato. È la prima volta in vita mia, e per uno come me che ha il voto stampato come un tatuaggio sulla pelle è stata una sofferenza indicibile, come una sofferenza indicibile è stato vedere questi ragazzi che non possono tornare a votare nei loro paesi perché costa troppo il viaggio, questo è insopportabile».
Lo ha detto Michele Santoro, ospite di «Facciamo finta che», il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101 dove ha presentato il suo ultimo libro «Non nel mio nome».
«È stato insopportabile anche per me non votare, però era il mio modo di manifestare una distanza da questa scissione che c’è tra l’elite e il popolo che alla fine porta la Meloni a vincere perché la Meloni assomiglia di più a quelli che non votano rispetto alla leadership di sinistra fatta da persone che si lavano le mani tutte le mattine per bene, se le lavano più volte al giorno, ma non se le sporcano mai mettendole nella realtà». «Adesso siamo frastornati dal fatto che questo voto – ha detto ancora – ci presenta una sinistra sconfitta, quasi umiliata, però smaltiti questi primi giorni al tappeto ci rialzeremo e cominceremo piano piano a tirare con i nostri guantoni di nuovo sul sacco e torneremo a essere competitivi. Io credo che la bandiera dell’uguaglianza tornerà a sventolare».
Prima del voto, il giornalista aveva dichiarato: «Alle precedenti elezioni ho votato ma ‘lo schifo’ non è migliorato, ora avremo un Parlamento che sarà il concentrato della schifezza. Domenica non andrò a votare, sono contro a come si sta sostenendo la guerra in Ucraina». « Mi trovo in una campagna elettorale dove il problema fondamentale che abbiamo in Europa, cioè la guerra, viene evaso da queste mezze tacche di leader tra i quali siamo chiamati a scegliere», aveva spiegato Santoro.