Reddito di cittadinanza, De Masi: «Scommetto che il nuovo governo lo modificherà, cambiandone il nome, ma non potrà toglierlo»

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«Scommetto che il nuovo esecutivo riprenderà il RdC. Lo modificherà, cambiandone il nome, ma non potrà toglierlo».

Così il sociologo Domenico De Masi parlando del reddito di cittadinanza in un’intervista concessa a True-news.

«Il Movimento 5 Stelle fosse rimasto all’opposizione anziché con Draghi e se avesse abbracciato i temi del lavoro e della povertà come nell’ultimo mese, ora sarebbe il primo partito in Italia», ha anche detto De Masi, secondo il quale «da anni il Partito Democratico si è spostato al centro e ha lasciato una vasta prateria a sinistra». Un’eredità che il M5S deve raccogliere, diventando «il partito leader della sinistra con un modello di società del tutto nuovo e originale, portando nel proprio alveo le varie schegge della sinistra, disperse ormai in ogni formazione politica».

De Masi: “Credo di poter immaginare cosa farà Meloni di fronte a tutto questo cataclisma”

“Io credo di poter immaginare cosa farà Giorgia Meloni di fronte a tutto questo cataclisma. Noi finora abbiamo avuto pandemia, guerra, sempre con l’idea che si tratti di parentesi alle quali si può mettere riparo con sussidi statali. C’è stata una richiesta pervenuta sia dai ‘poveri’ che dai ‘ricchi’ tra bonus e ristori. È tutto un chiedere allo Stato che attraverso i suoi rappresentanti ha cercato di rispondere sottolineando la necessità di fare sacrifici, soprattutto di fronte alle disgrazie”.

Così il sociologo Domenico De Masi intervenendo a ‘L’Aria Che Tira’, trasmissione condotta da Myrta Merlino su La7, durante la puntata di giovedì 29 settembre.

“Io credo che la Meloni, quando ci sarà questa stretta e non si potranno più dare ristori e bisognerà spiegare ai cittadini che dovranno ridurre i consumi, chiederà sacrifici facendo appello al senso della Patria, al senso dello Stato”.

“L’America va d’accordissimo con le dittature, nel caso della Meloni non è dittatura, ma pure se lo fosse”, ha detto il sociologo. La frase ha suscitato la reazione di un altro ospite in studio, il giornalista Federico Rampini, che ha ribattuto: “Non è esattamente così, l’America andava molto d’accordo con le dittature negli anni ’70 e ’80. Poi nella sua sfera di influenza ha agevolato il passaggio da tante dittature a democrazie. La maggior parte dei paesi latino-americani sono diventati democrazie”.

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