Santoro: “Meloni sta già subendo l’ingerenza degli USA. Alla faccia del sovranismo!”

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“Giorgia Meloni sta già subendo l’ingerenza degli Stati Uniti nella formazione del governo italiano, lo scrivono i giornali”.

Lo ha detto Michele Santoro, ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita su La7, con riferimento alla leader di Fratelli d’Italia.

Secondo il giornalista, “in questo momento lei ha il problema di non mettere nel suo governo dei ministri sgraditi agli americani. Alla faccia del sovranismo!”.

“Io penso che” Meloni “non abbia la capacità di fare il presidente del Consiglio, mi dispiace ma è quello che penso”, ha detto ancora Santoro.

“Cosa dovrebbe fare un governo italiano di fronte all’annessione delle regioni ucraine? In quest’annessione vedi una difficoltà di Putin o una vittoria di Putin?”, ha chiesto il conduttore a Santoro, che ha risposto: “Io vedo un altro momento favorevolissimo per la pace, se si riuscisse ad avere una pressione dell’Europa su Usa e Biden forse un tavolo di trattativa tra Biden, Putin e Zelensky si potrebbe strappare”.

Secondo il giornalista, se si riuscisse ad arrivare a una trattativa “forse potremmo portare a casa perfino l’unità integrale dell’Ucraina. Perché se tu disegni uno scenario del dopoguerra che comprenda anche la Russia è un conto, se tu invece disegni uno scenario che parte dalla sconfitta militare dei russi è un’altra cosa”.

Santoro: «Faccio parte di quella parte della società che non ha votato. È la prima volta in vita mia»

«Non ho votato, faccio parte di quella parte della società che non ha votato. È la prima volta in vita mia, e per uno come me che ha il voto stampato come un tatuaggio sulla pelle è stata una sofferenza indicibile, come una sofferenza indicibile è stato vedere questi ragazzi che non possono tornare a votare nei loro paesi perché costa troppo il viaggio, questo è insopportabile».

Lo ha detto Michele Santoro, ospite di «Facciamo finta che», il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101 dove ha presentato il suo ultimo libro «Non nel mio nome».

«È stato insopportabile anche per me non votare, però era il mio modo di manifestare una distanza da questa scissione che c’è tra l’elite e il popolo che alla fine porta la Meloni a vincere perché la Meloni assomiglia di più a quelli che non votano rispetto alla leadership di sinistra fatta da persone che si lavano le mani tutte le mattine per bene, se le lavano più volte al giorno, ma non se le sporcano mai mettendole nella realtà». «Adesso siamo frastornati dal fatto che questo voto – ha detto ancora – ci presenta una sinistra sconfitta, quasi umiliata, però smaltiti questi primi giorni al tappeto ci rialzeremo e cominceremo piano piano a tirare con i nostri guantoni di nuovo sul sacco e torneremo a essere competitivi. Io credo che la bandiera dell’uguaglianza tornerà a sventolare».

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