Scontro sui social Alessandro Sallusti e la giornalista Rula Jebreal.
Il direttore del quotidiano ‘Libero’ domenica mattina ha ripreso il titolo di un suo articolo di ieri riferito al post della giornalista di due giorni fa sulla condanna al padre di Giorgia Meloni. “Che infamata Rula, ma sei scema?”, ha scritto Sallusti, condividendo una foto di Meloni dove in sovraimpressione è riportato un passaggio dell’articolo: “La odiano al punto, Giorgia Meloni, da volerla ferire con ferocia sul piano personale, come ha fatto poche ore fa Rula Jebreal, icona di quella spazzatura umana che è diventata la sinistra elitaria e spesso milionaria”, ha scritto Sallusti.
La replica di Rula Jebreal è arrivata a stretto giro:
“Il caporedattore di Berlusconi conduce una sfacciata campagna di istigazione” – ha scritto la giornalista citando il tweet di Sallusti – “La retorica della disumanizzazione/demonizzazione dell’estrema destra e le cospirazioni del rimpiazzo hanno già radicalizzato molti, incluso il loro candidato Luca Traini che ha sparato a sei ‘poc’ (person of colour, riferito all’ex candidato della Lega condannato per aver sparato a sei stranieri, ndr). Non inizia mai con l’uccisione, inizia con le parole”, ha concluso Jebreal.
Rula Jebreal: “Dopo minaccia querela Meloni, da media assalto razzista e misogino”
“Il giorno dopo che Meloni ha minacciato di farmi causa per un tweet, i media hanno lanciato un assalto razzista, islamofobo e misogino”. Lo scrive su Twitter Rula Jebreal. “I facilitatori della coalizione di estrema destra sono forze moderate, che hanno normalizzato una coalizione essenzialmente xenofoba, razzista e autoritaria”, incalza la giornalista. “Incitamento sfacciato”, conclude.
La madre di Meloni replica a Rula Jebreal: “Si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate”
“Dopo che per anni ho sopportato i peggiori insulti nei confronti di Giorgia, bugie e mistificazioni di tutti i tipi, calunnie vergognose che, detto per inciso, se in Italia sei di destra non riesci nemmeno a far condannare in un’aula di tribunale, sono davvero stufa”.
Così Anna Paratore, madre di Giorgia Meloni, in una lettera pubblicata sui social da vari parlamentari di Fratelli d’Italia.
“La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica, così come non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato già da svariati anni. Infatti, l’ultima volta che le mie bambine ed io lo abbiamo incontrato, è stato in un lontano pomeriggio intorno al 1988, a Villa Borghese, un giardino pubblico romano, dove Francesco Meloni aveva chiesto di rivedere le sue figlie dopo che da circa 5 anni non avevano sue notizie. Fu un incontro inutile e superficiale, con due bimbette che a malapena si ricordavano di lui, e lui che si faceva chiamare Franco perché sosteneva che “papà” lo invecchiasse. Dopo di allora, il vuoto assoluto. Per quello che ne sapevamo noi, poteva essere morto, o felicemente vivo in qualche parte del mondo. Lui non cercava le figlie, le figlie non hanno mai cercato lui. Quando poi Giorgia fu nominata alla vicepresidenza della Camera – molto più di venti anni dopo – ecco arrivare la telefonata di un amico comune. “Franco” avrebbe avuto piacere di rivedere le ragazze: Giorgia disse di no. Come fa sempre, argomentò il suo diniego: “Perché dovrei vedermi con una persona che se incontro per strada nemmeno riconosco? Non ho niente da dirgli”. Un vero colpo di fortuna il negarsi, visto ciò che sta accadendo in queste ore, quando una pseudo giornalista – Rula Jebreal – si permette di cianciare su mia figlia utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime, e da cui non ha mai avuto il sollievo di una carezza o di un bacio, per non dire un piatto di minestra. Si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi mai partoriti soprattutto perché, a differenza di tanti bei faccini che fanno carriera sgomitando o grazie ad amicizie importanti, mia figlia scema non è e quando parla sa ciò che dice”, conclude la madre della leader di FdI.