“Se tutto andrà secondo i nostri piani, speriamo che entro fine anno il Donbass verrà liberato e restituito ai confini precedenti il 24 febbraio. Cioè, libereremo i territori conquistati dai russi dal 24 febbraio in poi”. Lo annuncia all’Adnkronos Iryna Vereschuck, vice premier ucraina con delega al Ministero per la reintegrazione dei territori occupati che aggiunge: “Parlando del Donbass, tutto dipenderà dall’artiglieria a lungo raggio che sarà a nostra disposizione e di cui abbiamo estremo bisogno”.
La vice premier spiega: “La guerra nel Donbass dura da 8 anni. Lì, il nemico ha delle postazioni ben fortificate. L’artiglieria a lungo raggio ci occorre per prevenire l’arrivo dei nuovi convogli con le armi e di personale effettivo”. “In generale – constata – posso dire che il governo è soddisfatto della controffensiva militare. Per esempio, il mio ministero si occupa tra l’altro degli assegni sociali da distribuire sui territori de-occupati. Devo dire – riferisce – che noi non sempre facciamo in tempo ad arrivare tanto rapidamente con gli aiuti quanto rapidamente i nostri militari riconquistano i centri abitati”.
Il presidente Zelensky ha ratificato la decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale con cui stabilisce l’impossibilità di intrattenere negoziati finché al potere ci sarà Putin. Ci sarà guerra fino alla fine? “Io sostengo la decisione del Presidente. È evidente che Putin non vuole nessuna pace. E, purtroppo, non ci sarà pace con lui”, risponde Iryna Vereschuck, che sollecitata dall’Adnkronos sull’esistenza di qualche margine di trattativa, replica: “Vedremo. Ma con Putin è impossibile condurre qualsiasi tipo di negoziato. Lui lo ha dimostrato a tutti e a tutto il mondo”.
E’ sempre più probabile la possibilità di un test nucleare preparato da Putin al confine ucraino? “Più dura sarà la risposta delle potenze nucleari occidentali, minore sarà il rischio che Putin usi armi non convenzionali in Ucraina – risponde la vice premier – Sono assolutamente convinta che il ricorso al nucleare da parte di Putin dipenda proprio dalla risposta chiara e univoca dell’Occidente, che deve spiegare al presidente russo che in caso di attacco nucleare da parte dei russi la controffensiva dell’Occidente sarà nucleare”. “A mio avviso devono rispondere alle minacce di Putin altre potenze nucleari”. Vereschuck ricorda: “E’ la prima volta che un paese nucleare fondatore dell’Onu ha aggredito un altro paese fondatore dell’Onu. Inoltre per la prima volta nella storia dell’umanità una potenza nucleare ha aggredito uno stato che aveva ceduto volontariamente le proprie armi atomiche, sotto le garanzie di sicurezza di quello stesso paese nucleare”.