Marco Travaglio contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo editoriale di oggi su Il Fatto Quotidiano.
Il giornalista accusa Zelensky di «aver organizzato a Mosca l’omicidio di Darya Dugina», come ha fatto sapere l’intelligence americana qualche giorno fa.
Quanto all’allarme lanciato da Biden sull’Armageddon, secondo il direttore del Fatto «può dare una svolta alla guerra».
«A patto che Washington comprenda che la giusta solidarietà col popolo ucraino aggredito dai russi non va confusa con l’obbedienza cieca, religiosa, al verbo di Zelensky», osserva.
Per Travaglio, al presidente dell’Ucraina «è stato lasciato fare di tutto» per troppo tempo.
«Si presentava al Parlamento greco con un nazista di Azov, e tutti zitti. Metteva fuorilegge gli undici partiti d’opposizione arrestandone il capo, e tutti zitti», fa notare.
«Ora che gli Usa svelano l’azione terroristica di Kiev su una donna di 29 anni, rea soltanto di esser figlia di suo padre, si scopre che Frankenstein è sfuggito di mano ai suoi creatori americani ed europei. I quali ora, sulla spinta – si spera – di tante piazze piene, dovranno indicargli l’unico obiettivo possibile: il negoziato di pace, non l’olocausto nucleare», scrive ancora il giornalista.
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