Il concetto di sovranità alimentare che si trova nella nuova denominazione del ministero dell’Agricoltura, che da ora sarà «ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare», è la «stella polare per affrontare la rigenerazione dell’agricoltura nel mondo. È un concetto per cui si battono da anni tanti movimenti, compreso Slow Food».
Lo ha detto il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, che ha però avvertito: «anche se io non sto da quella parte politica, non posso dare contro a un ministero che ha dato la denominazione giusta. Allo stesso tempo, se questa è una furbizia, lo si capirà subito. L’importante è non storpiare le parole né abusarne, come si fa oggi con la sostenibilità».
«La sovranità alimentare valorizza i prodotti del territorio e la biodiversità. E oggi va sostenuta se pensiamo che la nostra realtà agricola sta morendo e che arrivano derrate di qualità discutibili. Se poi ci sono alcuni prodotti che il nostro territorio non produce o non ce ne sono a sufficienza, allora sì bisogna pensare a importarli», ha spiegato Petrini.
«Se poi il concetto lo si interpreta in chiave autarchica e anti europeista si sbaglia, perché l’Europa su questo concetto ha realizzato le denominazioni di origine protetta», ha aggiunto.