“Non mi è piaciuto nulla del discorso di Giorgia Meloni: l’ho trovato polemico, pieno di retorica nazionalista, vago sui temi economici e del lavoro, sull’immigrazione senza linea politica. Non mi è piaciuto, non ho trovato motivi di ispirazione”. Laura Boldrini, deputata del Pd, si esprime così sul discorso del premier Giorgia Meloni alla Camera prima del voto di fiducia.
Meloni preferisce essere definita ‘il presidente del Consiglio’ e non ‘la presidente’. “Sembra talmente strano che una donna voglia farsi chiamare al maschile, non capisco. Sarebbe bello che una donna rivendicasse il ruolo anche con il titolo. Forse ritiene il maschile più autorevole. Quando la incontro la saluto chiamandola Giorgia? Sì, come lei ha fatto con me quando ero io presidente” della Camera. “Dico solo che in questo nome non sono rappresentate le donne, nelle denominazioni bisognerebbe esser inclusivi”, dice a Un giorno da pecora su Radiouno. Quindi il partito della Meloni potrebbe esser chiamato, secondo lei, Fratelli e Sorelle d’Italia? “Ecco, ad esempio, sarebbe meglio”. Nessun applauso dal Pd? “Abbiamo applaudito quando sono state citate alcune figure. Ho applaudito 3 volte, mi pare, su nomi che meritavano di essere applauditi”.
Meloni: “Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese”
“Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all’Italia di passare da una ‘democrazia interloquente’ a una ‘democrazia decidente’. Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni”.
Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante le dichiarazioni programmatiche alla Camera.
Meloni: “Pnrr è opportunità per svolta, basta logica bonus”
“Il Pnrr non si deve intendere soltanto come un grande piano di spesa pubblica, ma come l’opportunità di compiere una vera svolta culturale. Archiviare finalmente la logica dei bonus, per alcuni, utili spesso soprattutto alle campagne elettorali, in favore di investimenti di medio termine destinati al benessere dell’intera comunità nazionale. Rimuovere tutti gli ostacoli che frenano la crescita economica e che da troppo tempo ci siamo rassegnati a considerare mali endemici dell’Italia”. Così la premier Giorgia Meloni nell’intervento per la fiducia alla Camera.
Meloni: “Ridurremo debito con crescita strutturale”
“La strada per ridurre debito non è la cieca austerità o avventurismi creativi”. L’unica strada è la “crescita strutturale”. Per questo “siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza “logiche predatorie”. Così la premier Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera.
Meloni: “Siamo in pieno tempesta, compito portare nave in porto”
Siamo nel pieno di una tempesta, con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera.
Meloni: “Contesto economico il più difficile dal dopoguerra”
Il governo “è già al lavoro sulla leggi di bilancio”. Lo dice Giorgia Meloni nell’Aula della Camera. Il contesto economico “è il più difficile dal dopoguerra ad oggi”, afferma. “Il 2023 sarà un anno di recessione, non è una congiuntura isolata. I dati sono chiari”,
osserva il presidente del Consiglio. I precedenti governi che si sono succeduti “sono stati deboli” senza riuscire a dare un indirizzo alla crescita del Paese, rimarca Meloni.