Giorgia Meloni “è una donna che ha personalità e grinta. Cosa mi piace di lei? Che ha fatto quello che non abbiamo fatto noi: ha tenuto in piedi un partito, un partito vero, organizzato, che fa una politica di quadri, che ha fatto politica, non è un ‘Papa straniero’, ed è il segretario della gioventù del suo partito, che diventa capo del partito e quindi capo del governo… Per averlo fatto io, è stato considerato quasi un colpo di Stato”. Lo ha detto Massimo D’Alema a ‘In Onda’ su La7. “Ci siamo raccontati per 25 anni che era finito il Novecento e poi le elezioni le ha vinte il partito più novecentesco che c’è”.
“Il giudizio del successo straordinario è un giudizio che dovrebbe essere approfondito, la destra che nel 2018 aveva avuto 12 milioni e 159mila voti nel 2022 ha avuto 12milioni e 229mila voti, forse mi sbaglio di qualche unità, ma più o meno è lo stesso numero di voti, quindi non è vero che la destra ha vinto sulla base di una travolgente ondata elettorale, l’unica novità è che l’elettorato si è concentrato su Meloni”, ha detto ancora l’ex premier.
A preoccupare D’Alema è “l’erosione del sistema democratico, abbastanza impressionante. Il governo del paese poggia sul consenso del 27% della popolazione”. In ogni caso, secondo lui, quella della destra è stata una “straordinaria operazione politica, Meloni ha messo insieme forze che erano state divise per tutta la legislatura”. Infine, sulla crisi della sinistra: “Chiunque abbia esaminato i risultati elettorali constata che il consenso della sinistra tradizionale si concentra in una fascia di popolazione che sta abbastanza bene economicamente ed è anche abbastanza adulta. Denota la perdita di quella capacità che aveva la sinistra, nell’epoca di Berlinguer, di suscitare una speranza di riscatto sociale”.