“Ringrazio Berlusconi, è uno dei pochi che cerca di fare politica sull’Ucraina”. Noi italiani pensiamo di dover inviare armi all’infinito senza porci nessuna domanda”.
Così il professor Alessandro Orsini intervenendo a Cartabianca. “Ringrazio di cuore Berlusconi che prova a fare politica. La sua però è una soluzione semplicistica, la guerra non si ferma solo promettendo soldi. Ci sono implicazioni legate all’odio politico, al risentimento. E ci sono interessi geopolitici legati alla sicurezza”, dice il professore di sociologia del terrorismo internazionale sulle parole di Silvio Berlusconi: il leader di Forza Italia sostiene che sia più utile stanziare fondi per la ricostruzione dell’Ucraina rispetto all’invio di armi al fine di spingere il presidente Zelensky a trattare con il Cremlino.
“La minaccia” relativa all’uso di armi nucleari da parte della Russia “viene rinnovata nel tentativo di allontanarla. La ragione per cui il Cremlino continua a dire che è disposto a usare l’arma nucleare in una condizione disperata è che non vuole utilizzarla. E’ come se il Cremlino dicesse agli europei ‘vi prego, cercate di capire: siamo disposti ad usare l’arma nucleare, evitiamo di arrivare a questo punto’. La Russia è gravemente minacciata dalla Nato, se venisse a trovarsi in una condizione disperata userebbe l’arma nucleare tattica: su questo non ho mai avuto dubbi. Cosa significa ‘condizione disperata’? Significa ritirarsi dai territori che ha occupato: Kherson, Zaporizhzhia, probabilmente anche il Donbass”.
In un post intitolato “Il non capente”, pubblicato sulla propria pagina Facebook, il professore ha scritto:
«Amo chi mi odia quindi vorrei fornire ai miei odiatori un vademecum per aiutarli a capire quando non capiscono niente della guerra in Ucraina ricorrendo all’insulto per nascondere la loro inanità. Il non capire niente della guerra può essere posto su una scala decrescente di ignoranza in base agli argomenti di cui l’odiatore fa sfoggio durante qualsivoglia dibattito sull’Ucraina.
Al vertice della scala, in posizione numero 1, una posizione che equivale a non avere capito assolutamente niente non soltanto della guerra in Ucraina, ma della vita in generale, figura l’affermazione secondo cui: “È la Russia che ha invaso l’Ucraina. L’Ucraina non ha fatto niente di male alla Russia”.
Al posto numero 2 figura il tenace: “L’invasione russa è immotivata perché la Nato non ha mai minacciato di invadere la Russia o di assorbire l’Ucraina”.
Al posto numero 3 abbiamo un impressionante: “Si fa presto a porre fine alla guerra, basta semplicemente che la Russia si ritiri immediatamente dall’Ucraina senza se e senza ma”.
Al posto numero 4 figura il celebre: “Chi propone di investire nella diplomazia, invece che nelle armi pesanti, è un putiniano che fa il gioco del Cremlino”.
Al posto numero 5 abbiamo un sensazionale: “La Russia è un esercito di morti di sonno che non ha né le forze, né le risorse, per fronteggiare il potentissimo esercito ucraino”
Al posto numero 6 si staglia il sempiterno: “La Nato è un’alleanza difensiva”, il che implica un’ignoranza vastissima sugli ultimi 25 anni di storia universale.
Al posto numero 7 abbiamo il sempreverde: “L’Occidente difende la democrazia e promuove i diritti umani”, mentre sul teleschermo scorrono le immagini di Regeni, Khashoggi e dei talebani trionfanti a Kabul con gli americani in fuga.
Al posto numero 8 resiste il granitico: “La Russia non userebbe mai le armi nucleari”. E allora perché le ha costruite? Per bellezza?
Al posto numero 9 l’immancabile: “La Russia vuole invadere tutta l’Europa e trasformare le noste democrazie in dittature”.
Al posto numero 10: “L’informazione in Italia sulla guerra in Ucraina è libera e non distorta”.
Non so più come ripeterlo: il pilastro della società libera è l’Università.
È l’Università il vero baluardo del progetto illuministico; non sono i quotidiani, le televisioni, le radio, i partiti politici, il governo, il parlamento o la magistratura.
È l’Università che insegna ai giovani l’attività cognitiva a fondamento della logica dell’indagine scientifico-sociale.
È l’Università che lotta contro tutti i pregiudizi, i tabù, i luoghi comuni e le censure: colpisce nel profondo perché colpisce nella mente.
Attaccare l’Università significa attaccare tutte le nostre libertà.
Amatissimi odiatori, volete un consiglio? Iscrivetevi all’Università. Oggi le Università offrono mille formule che consentono ai lavoratori di studiare e pure agli odiatori. Cari odiatori, non abbiate paura, l’Università è diversa da voi. l’Università è un mondo aperto, ama tutti, accoglie tutti, protegge tutti contro ogni forma di discriminazione e di pregiudizio. Protegge persino gli odiatori, anzi, li protegge più degli altri perché l’Università è anche compassione.
Infine, se proprio dovete odiare, allora odiate bene, cioè in modo intelligente, compulsando il vademecum del perfetto non capente».