La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo incontro di ieri con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto “maggiore flessibilità restando nell’ambito del regolamento del Recovery” per modificare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo si apprende da una fonte diplomatica europea. “Alla base della richiesta degli adeguamenti ci sono le condizioni oggettive rappresentate dall’inflazione al 10% e dall’aumento di alcune materie prime che è arrivato al 30% che possono avere effetti oggettivi sugli obiettivi del Pnrr”, è la spiegazione fornita dalla premier Meloni. Von der Leyen, a quanto si apprende, ha detto che “non si tratta solo un problema dell’Italia”.
Patto stabilità, Commissione Ue verso modello Pnrr
La proposta della Commissione europea sulla riforma del Patto di stabilità, che sarà presentata mercoledì 9 novembre, punta a riproporre il modello del Pnrr, con piani di bilancio di medio-lungo termine per il rientro del debito negoziati tra Bruxelles e i governi con tappe intermedie e obiettivi. Bruxelles intende poi rinunciare all’attuale regola del ventesimo all’anno per il percorso di riduzione del debito. E’ quanto si apprende da fonti diplomatiche. Il cambio di approccio, secondo quanto riferito, è visto positivamente dalla premier Giorgia Meloni, che ne ha parlato ieri a Bruxelles con il commissario Ue Paolo Gentiloni.
Fonti Ue: Meloni ha usato toni pacati su migranti
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quanto si apprende, nel suo incontro con Ursula von der Leyen non ha calcato la mano sul tema dei ricollocamenti immediati dei migranti sbarcati in Italia ma ha insistito sulla necessità di arrivare ad una soluzione europea sul tema degli approdi primari e sulla difesa delle frontiere esterne. L’altro aspetto sulla quale Meloni ha insistito, pur evocando perplessità sul ruolo delle ONG, è quello della dimensione esterna, ovvero i finanziamenti ai Paesi di origine. “Non c’è stato scontro”, assicura una fonte informata. Ma se le risposte non arriveranno si “rischia” che ci sia.
Nadef, fonti: deficit programmatico 2022 a 5,6%,2023 a 4,5%
Nella Nadef appena approvata dal consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, il deficit programmatico per quest’anno è fissato al 5,6% del Pil, a fronte di una stima tendenziale al 5,1%. Per il prossimo anno il deficit programmatico scende al 4,5%, per poi attestarsi al 3,7% nel 2024 e al 3% nel 2025.