Quasi 1 milione e mezzo di bambini italiani vive in povertà assoluta

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«Un milione e quattrocentomila bambine e bambini vivono in povertà assoluta, una percentuale media del 14,2% di tutti i minori, che sale però fino al 16% nel Mezzogiorno».

È quanto denunciato da Save The Children che mercoledì 16 novembre ha lanciato la XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Come stai?” che pone l’accento sulle condizioni di vita di bambini/e e dei giovani nel nostro Paese.

«Le disuguaglianze socioeconomiche incidono direttamente sulla salute delle bambine e dei bambini, penalizzando chi maggiormente avrebbe bisogno, nel proprio territorio, dei servizi di cura, prevenzione e promozione della salute e del benessere psico-fisico», spiega l’organizzazione.

Guarda il video:

«Il Servizio sanitario nazionale è caratterizzato da elevate professionalità, qualità delle cure e una forte inclusività, tutte caratteristiche che pongono ancora oggi l’Italia tra i Paesi più avanzati al mondo in termini di tutela della salute dell’infanzia. Tuttavia, nella ripartizione dei fondi pubblici per la salute, solo il 12% è impiegato nella prevenzione e nella medicina di base, che sono invece fondamentali per la salute delle bambine e dei bambini nel medio e lungo periodo», ha denunciato ancora Save The Children.

«Inoltre» – prosegue l’organizzazione – «nel biennio 2020-21, gli effetti della pandemia si sono fatti sentire fortemente:

Le vaccinazioni nei primi mesi di vita hanno subito una significativa riduzione, e si è verificata drastica diminuzione delle diagnosi di tumore pediatrico che si sono ridotte del 33% nel 2020.
Già prima del Covid-19, il numero dei consultori familiari si era andato assottigliando: tra il 2014 e il 2020 c’è stata una riduzione di oltre il 6% del numero di centri attivi e nel biennio 2018-19 la media di utenti per singola struttura era di 32.325 persone, ben al di sopra dei 20.000 stabiliti dalla legge (34/1996), e con un’ampia disparità territoriale.
Un’indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria tra marzo 2020 e marzo 2021 in 9 regioni italiane evidenzia un aumento del 39,5% nei ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile. La principale causa è stata l’ideazione suicidaria seguita da depressione e disturbi del comportamento alimentare: in tutto il Paese si contano solo 394 posti letto in degenza in questi reparti: con regioni che non ne hanno neanche uno, come Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta, e regioni come Lombardia dove sono 100.
In generale, siamo di fronte ad un bisogno di sostegno consistente che non trova risposta, e già prima della pandemia 200 bambini e ragazzi su 1000 manifestavano un disturbo neuropsichiatrico, ma meno di un terzo aveva accesso ad un servizio territoriale di neuropsichiatria nella metà dei casi non riusciva ad avere risposte terapeutico-riabilitative nel proprio territorio. Come si evidenzia nelle pagine dell’Atlante, non è solo il sistema sanitario a dover assicurare la salute di un bambino: è l’intero ambiente di crescita, in tanti suoi aspetti, a giocare infatti un ruolo decisivo».

Leggi il rapporto completo…

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