Travaglio: “Se i giornalisti non avessero applaudito Draghi, forse non ci sarebbe questo vittimismo di Meloni”

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“La regola fondamentale è che i politici non devono parlare dei giornalisti. Detto questo, se la federazione della stampa fosse intervenuta quando il presidente Draghi fece la conferenza stampa del 21 dicembre 2021 e fu applaudito quando entrò, per alcune sue risposte e anche quando uscì, spiegando ai colleghi che non erano lì per applaudirlo ma per fare delle domande e cercare di mettere in difficoltà il presidente del Consiglio, probabilmente non ci sarebbe questo vittimismo della Meloni, che segnala nervosismo e forse stanchezza”.

Lo ha detto Marco Travaglio a ‘Otto e Mezzo’, su La7.

La conduttrice Lilli Gruber lo ha interrotto: “Ma durante il governo Draghi, che faceva sempre ampie conferenze stampa, i giornalisti non facevano le domande che dovevano fare?”.

“No, per un mese intero non ha fatto conferenze stampa, poi fece un discorsetto durante una sua visita credo a un ospedale”, ha ribattuto Travaglio.

“Poi abbiamo visto tante conferenze stampa con domande” – ha risposto Gruber – “ma anche fosse così la Meloni ha il diritto di trattare così i giornalisti?”.

“No certo, ma dico che i giornalisti dovrebbero avere maggiore rispetto di se stessi ed evitare di applaudire come si fa in Corea del Nord il presidente del governo dei migliori. Quello che è successo oggi è la fisiologia delle democrazie, giornalisti che fanno domande per mettere in difficoltà i potenti. Ci eravamo disabituati da un anno e mezzo”, ha controbattuto Travaglio.

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