Messina Denaro, la falsa carta di identità: il geometra Andrea Bonafede

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Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre 1963. Altezza 178 centimetri, calvo e con gli occhi castani. Professione: geometra. Residente nel paese a pochi chilometri dalla ‘sua’ Castelvetrano.

Sono i dati della finta carta d’identità usata dal boss Matteo Messina Denaro per proteggere la latitanza, durata trent’anni e conclusasi stamane nella clinica La Maddalena di Palermo. Segni particolari “nessuno”.

La falsa carta d’idendità, riporta l’Adnkronos, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e sarebbe scaduta il 23 ottobre 2026.

IL SINDACO DI PALERMO: GRANDE VITTORIA DELLO STATO

“Palermo e la Sicilia stamattina si sono svegliate con la notizia dell’arresto del capomafia Matteo Messina Denaro: questo sarà un giorno che resterà nella storia del nostro Paese. La cattura del boss rappresenta una grande vittoria dello Stato e una svolta nella lotta che le Istituzioni e le Forze dell’ordine portano avanti nel contrasto al potere mafioso. Il mio sentito ringraziamento va ai carabinieri del Ros, al procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio De Lucia e ai suoi collaboratori che hanno condotto le indagini, e a tutte le donne e tutti gli uomini della magistratura e delle forze dell’ordine che, negli anni della latitanza del boss, hanno lavorato senza sosta per raggiungere oggi questo risultato”. Lo dichiara il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

SCHIFANI: OGGI VINCE LA SICILIA ONESTA

“Oggi è un grande giorno per la Sicilia e per l’Italia intera, l’arresto di Matteo Messina Denaro è un colpo durissimo inflitto alla mafia. Tutti devono sapere che in questa terra non ci possono essere spazi né di illegalità né d’impunità”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.
“Esprimo a nome mio e della giunta – ha aggiunto il governatore siciliano – un sincero ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura È la conferma che lo Stato c’è e che prima o poi tutti i mafiosi vengono assicurati alla giustizia. Oggi tutti i siciliani onesti devono festeggiare, da domani sarà opportuna una riflessione per capire come sia stato possibile che uno dei mafiosi più pericolosi sia rimasto in circolazione per più di trent’anni”.

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