Autonomia e presidenzialismo, Donno: «Il governo rischia di spaccare il Paese, seguendo logiche spartitorie vergognose»

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«Ancora oggi si legge sui quotidiani di un centrodestra impegnato sul fronte di uno scambio tra autonomia differenziata e presidenzialismo. Il governo Meloni rischia di spaccare il Paese, seguendo logiche spartitorie vergognose».

Così su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno.

«Come se le riforme di un Paese fossero un terreno di gioco su cui muovere le pedine a proprio piacimento. Non siamo disposti a credere alla solita storia raccontata da vari esponenti dell’esecutivo sul fatto che la riforma dell’autonomia differenziata viene portata avanti senza distinzioni tra il Nord ed il Sud dell’Italia. L’esecutivo, che tanto rassicura sulla volontà di tenere unita l’Italia, rispetti la Costituzione e rinunci all’applicazione dell’articolo 143 inserito nella scorsa Legge di Bilancio e alla conseguente nomina di una cabina di regia per la definizione dei Lep, affinché sia il Parlamento a discutere di questo», ha spiegato Donno.

«Manca ancora chiarezza su diversi punti tra cui appunto i Livelli essenziali delle prestazioni: non ci sono riferimenti alle risorse per poterli finanziare e si pretende di definirli mediante una cabina di regia, magari guidata dalla Lega. Parliamo di settori su cui è necessaria la massima attenzione: i trasporti, la sanità o anche l’istruzione, fondamentali nella vita delle famiglie e di ogni cittadino. È necessario scongiurare i divari già esistenti e non creare differenze tra le Regioni e i diversi territori, e quindi cittadini di serie A e di serie B. Sia nel Nord che nel Sud del Paese esistono aree disagiate che meritano attenzione e interventi, e non devono essere trascurate da questa riforma.
Come MoVimento 5 Stelle ci batteremo affinché questa riforma spacca Italia non passi così com’è. Stiamo già organizzando degli eventi per sensibilizzare e informare i cittadini e siamo disponibili a lavorare insieme a tutti coloro che vogliono opporsi a questa scellerata riforma», ha concluso.

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