Tomaso Montanari, storico dell’arte, accademico e saggista, ha duramente criticato Roberto Benigni per il suo monologo sulla Costituzione al Festival di Sanremo.
Montanari, in un commento per il Fatto Quotidiano, ricorda che la forza di Sanremo è di essere «sempre, nel bene e nel male, lo specchio fedele dello stato delle cose. Ed è innegabile che l’imbarazzante rappresentazione della nostra eterna società di corte, col sovrano benedicente in persona e l’aedo osannante, sia stata terribilmente efficace: proprio perché capace di raccontarci per come siamo veramente, al di là delle intenzioni dei protagonisti».
«Per la stessa ragione» – prosegue – «il preteso inno d’amore di Roberto Benigni è stato così imbarazzante: perché la Costituzione è tutto tranne che uno strumento di celebrazione del potere costituito».
Montanari cita quindi Piero Calamandrei, il quale diceva che la Carta «è una polemica contro il presente, contro la società. Perché quando l’articolo 3 vi dice ‘È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana’ riconosce con ciò che questi ostacoli oggi ci sono, di fatto, e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la Costituzione! Un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare».
Poi l’affondo contro il comico e attore toscano: «la retorica fluviale di un Benigni autoridottosi a cantore dello stato delle cose è esattamente il contrario di queste parole acuminate: la Costituzione viene depotenziata, messa al guinzaglio, normalizzata», scrive Montanari, che conclude osservando: quel che «deve stupirci, e indignarci, è l’ipocrisia con cui un artista si piega al servo encomio e alla propaganda che tutto questo vorrebbe nascondere. “L’arte e la scienza sono libere”, dice la Costituzione».
La RAI, la moneta la prende dai noi cittadini che siamo costretti a pagare il canone, anche se ceri programmi ci rifiutiamo di guardarli.
Se Amadeus perderà il festival, sarà un bene per tutti, oltre tutto si è già arricchito abbastanza,
Montanari correttamente sostiene che la Costituzione italiana è tutto tranne che uno strumento di celebrazione del potere costituito e a me non sembra che Benigni abbia svolto la funzione di giullare di corte giacché ha citato esplicitamente gli articoli 11 e 21 e ha rilevato la rivolta che la Costituzione rappresenta contro il sistema di oppressione immediatamente precedente. Montanari dovrebbe citare qualcosa di più specifico a sostegno del suo giudizio negativo sull’intervento di Benigni.
è giusto che uno critichi un altro su qualsiasi tema, soprattutto così garbatamente, ma a volte pare che si faccia per non rimanere indietro, come ne caso specifico.
se non si potesse parlare ed anche elogiare la costituzione, perché se ne dovrebbe parlare ed illustrarne i pregi nelle scuole?
per es. con la scusa di illustrarne i pregi, benigni ne ha fatto un piacevole spettacolo (per rientrare in sanremo, senza farla tanto lunga) risp. a prof montanari
ma allora se secondo Benigni ognuno è libero di dire ciò che vuole anche l’apologia del fascismo non dovrebbe scandalizzare.
Benigni ha sempre elogiato la nostra costituzione dicendo che è la più bella del mondo e che tutti la vorrebbero copiare. Inoltre ha sempre affermato che non bisogna cambiare nulla. Ma se non ricordo male, il suo caro amico Renzi, all’epoca della presidenza affermò che bisognava correggere alcuni articoli, subito Il Benigni disse che bisognava cambiare. Benigni, come funziona?
Salvo a tacerne quando questa viene deturpata, disattesa, infranta. Un Benigni che si accomoda al conveniente.
Esattamente!!!
Un Benigni sempre Meneghino verso il potente.
pecunia non olet