Sanremo, adesso Amadeus rischia di perdere il Festival

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Amadeus ha già affrontato la questione durante la conferenza stampa post-festival di Sanremo: «Se mi mandano via, vado via. Che devo fare?», ha detto il conduttore rispondendo a chi gli ha chiesto se si aspettasse che gli chiedano di lasciare la direzione artistica del festival, già assegnatagli lo scorso anno anche per il 2024.

«Sono consapevole che qualsiasi allenatore è esonerabile. Con il 15-20% di share in meno sarei giustamente esonerato». Per questo, ha proseguito, «devo sempre essere molto convinto di quello che faccio. Perché se devo sbagliare, devo poter dire ho sbagliato con le mie idee e non con le idee o le imposizioni di qualcun altro», ha aggiunto.

Secondo alcuni giornali, Amadeus potrebbe perdere la conduzione. Si legge sul Messaggero:

“Loro sono tutti contentissimi del «successone» di Sanremo. Ma loro, cioè Amadeus, il direttore di Rai1 (Stefano Coletta) e anzitutto l’amministratore delegato, Carlo Fuortes, sono anche nel mirino di Fratelli d’Italia e della Lega che li accusa: fanno i martiri politici per essere cacciati e farsi belli con il loro sacrificio agli occhi della sinistra e del mainstream politicamente corretto. E dunque? Sull’onda delle polemiche di Sanremo il Raibaltone è già partito e lascerà sul campo (metaforicamente) morti e feriti. Amadeus si protegge così: «Se mi mandano via, è per le mie idee. Se il mio mandato dovesse finire qui, me ne vado e conservo quattro anni bellissimi per tutta la mia vita». Poi, ha aggiunto in conferenza stampa: «È chiaro che qualsiasi allenatore è forte finché la squadra vince, se la squadra perde anche i più grandi sono a rischio esonero. Se avessi fatto il 15-20 per cento in meno, sarei un allenatore esonerabile».

E invece dice Amadeus, e con lui Fuortes e tutta la dirigenza Rai: «Questo Sanremo è stato più forte che mai». Successo indubitabile ma c’è anche che è mancata una regia rigorosa sullo svolgimento dell’evento e che Fedez, tra baci in bocca omosex e accuse di filo-nazismo a figure di governo, ha potuto esagerare a suo piacimento ed è stato anche insignito di tutti gli onori guadagnandosi addirittura – come fosse un alto papavero di Viale Mazzini – la prima fila dell’Ariston dove è stato omaggiatissimo da tutti”.

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