«Il nostro esserino che vive dentro di noi è un po’ dormiente. A volte la vita lo anestetizza. Abbiamo perso la voglia di scendere in piazza per rivendicare dei diritti. In tempi come questi in cui scendere in piazza è un dovere. Noi scendemmo in piazza nel passato per cose molto minori rispetto a quelle di oggi. Questo mi rammarica molto».
Lo ha detto Renato Zero, ospite a “Che tempo che fa” domenica 19 febbraio.
«Non ci sono più i Mario Soldati, i Pasolini o gli Alberto Manzi che portavano la cultura in tv. La cultura non rimanga priorità per chi se la può permettere, un Paese ignorante è un Paese malato», ha aggiunto il cantante.
"Un Paese ignorante è un Paese malato."
– @RenatoZer0 a #CTCF pic.twitter.com/Ct01nvpy1c
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) February 19, 2023
Renato Zero ha anche commentato il caso Rosa Chemical-Fedez dicendo: «Io sono molto felice che ci si manifesti per quello che siamo e sono felice che si combatta per le ragioni della propria personalità e del proprio carattere. Vorrei solo che quelli che operano nella musica e nello spettacolo preparassero questi ragazzi, fossero più vicini a loro nella formazione musicale. Va bene il look, ma ci vuole anche lo spessore artistico. Senza di quello si campa una stagione e basta».
Durante la conferenza stampa di lancio del suo tour, Renato Zero aveva ironizzato, con riferimento a Rosa Chemical: «Frequentando non assiduamente i social, ogni tanto vado scoprendo un numero di sosia impressionante». «Ci deve essere la possibilità di uscire da queste abitudini e da questi stratagemmi, tenendo bene a mente che l’originale è necessario e deve essere considerato a sé stante. Mi vendo, Triangolo sono espedienti divertenti perché, alla fine, uno preferisce sorridere con ironia e libertà, ma per il resto penso che sia importante che i ragazzi siano più pronti anziché essere mandati allo sbaraglio. A parte questo, lo sapete: l’originale vince sempre», aveva aggiunto.