Marco Travaglio, ospite a Otto e Mezzo giovedì 23 febbraio, ha presentato la sua ultima fatica letteraria, un libro intitolato “Scemi di guerra. La tragedia dell’Ucraina, la farsa dell’Italia. Un Paese pacifista preso in ostaggio dai NoPax”, in cui critica la copertura dell’informazione italiana del conflitto tra Kiev e Mosca.
Beppe Severgnini, collegato con lo studio di Lilli Gruber, ha osservato: «Io non capisco come si possa liquidare chi non la pensa come te come scemo». Ma il direttore del Fatto Quotidiano ha ribattuto: «Se oltre a comprarlo lo leggerai, scoprirai che non chiamo scemo chi non la pensa come me, chiamo scemo chi dice scemenze e soprattutto chi crede a quelle scemenze».
«Severgnini si lamenta per il titolo del libro ma per un anno chiunque abbia messo in dubbio che Biden è un santo, che Stoltenberg è un santo e che bisogna mandare le armi veniva additato anche dal suo giornale in prima pagina», come con la «lista dei putiniani», presunti schedati «dai servizi segreti», in cui erano stati incluse anche persone che non erano menzionate nel report dell’Intelligence, ha spiegato Travaglio.
«Questa cosa vergognosa è durata un anno e deve finire perché è stato criminalizzato chi criticava il pensiero unico», ha denunciato ancora il direttore del Fatto, che ha aggiunto: «Ha portato le prove del fatto che i gasdotti Nord Stream 1 e 2 non li ha autosabotati Putin, ma sono stati sabotati dagli Usa con i suoi alleati. E questa notizia, firmata da un Pulitzer, non ha avuto alcuna udienza. I social l’hanno classificata come fake news. Noi arriviamo a classificare come fake news lo scoop di un Pulitzer – rimarca – perché non asseconda la propaganda della Casa Bianca».
«Noi abbiamo raccontato che la Russia sarebbe andata in default per le sanzioni, invece è in ripresa. Abbiamo raccontato che Putin era praticamente morto, gli abbiamo attribuito tutte le malattie del mondo», ha aggiunto.
