«Già nei primi Anni 90, quando si decise di mettere in sicurezza uno dei principali piloni del Ponte, una delle imprese coinvolte in quell’operazione, Isa-Italstrade, propose l’abbattimento totale del viadotto o perlomeno del sostegno malconcio».
Lo ha detto in aula al processo sul crollo del Morandi l’ingegnere Alberto Lodigiani, ex consulente Aspi.
«Tra mettere una pezza parziale su un’opera che presentava ammaloramenti diffusi e ricostruirla da zero o comunque rifare daccapo una delle sue componenti essenziali, potevano avere più senso la seconda e terza opzione, in un rapporto costi-benefici. Autostrade però si oppose tramite Gabriele Camomilla (ai tempi capo delle manutenzioni di Aspi)», ha spiegato l’ingegnere nella sua deposizione.
Secondo quanto riportato dal Secolo XIX, il tecnico fu contattato dal concessionario (allora pubblico, prima della privatizzazione e del recente ritorno al controllo dello Stato) «per contribuire alla ristrutturazione del pilone numero 11, uno dei tre principali insieme al 9 e al 10 (il 9 è crollato quattro anni e mezzo fa). L’obiettivo, poi concretizzato, era quello di realizzare cavi esterni sui tiranti, più facilmente controllabili di quelli avvolti dal calcestruzzo e la cui corrosione era impercettibile dall’esterno».
Lodigiani ha detto ancora: «Controllando la pila 11 ci si rese conto che il processo corrosivo dei cavi era diffuso e avanzato e si decise di rinforzarlo», appunto con i cavi esterni. «Fu nel corso degli incontri propedeutici a progettare la ristrutturazione del pilone 11 che si ipotizzarono gli abbattimenti».
Procura e avvocati hanno quindi domandato a Lodigiani perché quel restyling non fu esteso ai piloni 9 e 10. Il testimone ha risposto: «Al tempo le loro condizioni non erano ritenute tali da dover compiere un’operazione del genere. Specificamente, si pensò di applicare piastre d’acciaio sul 10, ritenuto comunque migliore dell’11, mentre sul 9 (collassato il 14 agosto 2018) si pensava che sarebbe andato avanti così per un po’». Lodigiani fu poi nuovamente contattato da Autostrade: «Accadde molto tempo dopo nel 2017, quando si profilò la possibilità d’installare cavi esterni pure sulla pila 9», ha detto.