Pd, la previsione di Vittorio Feltri su Elly Schlein

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Vittorio Feltri, nel suo ultimo editoriale su Libero, ha fatto alcune ipotesi sulla gestione prossima del Partito Democratico, lasciandosi andare ad una previsione su Elly Schlein.

Secondo il giornalista, la neo segretaria dem «non sarà in grado, giudicando dalle sue esternazioni, di trasformare il plotone dei dem in un grande partito radicale popolare». Il motivo, secondo Feltri è che «non esistono gli spazi per realizzare un simile progetto poiché gli elettori che erano di Pannella hanno e avranno sempre una mentalità liberale».

La conseguenza, per il direttore editoriale di Libero, è che Schlein «per sopravvivere, nonostante l’eredità ricevuta da Letta, la Schlein (cognome impronunciabile per almeno l’80 per cento degli italiani) sarà costretta a parlare bene dei cosiddetti diritti e a razzolare male sul terreno aspro dell’economia, del quale finora non si è occupata neppure di striscio».

E quindi le battaglie della leader dem saranno a favore «dei diritti degli omosessuali e delle lesbiche, che ben conosce, sul politicamente corretto (una gabbia per la nostra lingua patria) e altre fesserie che caratterizzano la banalità dispersiva dei progressisti».

Feltri scrive poi che i discorsi di Schlein ricordano quelli delle assemblee studentesche del Sessantotto. E osserva: «Buoni propositi e nessuna concretezza. Come se il Pd non fosse un partito ma un club culturale anni Cinquanta quando la sinistra si dava arie di essere una fabbrica di intellettuali, inneggiava a Stalin e ai suoi successori».

La conclusione di Feltri è che la destra «si divertirà ad assistere allo sfascio degli ex comunisti» anche perché l’impressione è che Schlein «sia un soggetto privo di spessore politico e mentale».

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