«Io non difendo nessuno, non sono un politico. I riflettori non possono essere puntati su ciò che ha detto il Ministro, i morti così non li facciamo risuscitare. L’attacco a Piantedosi è fazioso, ma plaudo al fatto che sia intervenuto nell’immediatezza».
Lo ha dichiarato il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso.
Il premio Nobel per la Pace a Cutro, proposto in questi giorni da più parti, «sarebbe un riconoscimento ai cittadini, perchè qui stiamo vivendo come un lutto di famiglia: è come se avessimo perso un figlio, un fratello o una sorella. Noi piangiamo», detto il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso. «Al CdM non debbo chiedere niente, non attiene a me chiedere,» ha concluso.
«È stata un’ecatombe, non dimenticherò mai quei corpi», aveva detto il primo cittadino di Cutro a una settimana esatta dal naufragio di Cutro.
«Su quella spiaggia, domenica 26 febbraio, “è stato peggio che una scena di guerra – ha raccontato Ceraso all’agenzia Dire – Vedere quei corpi inermi, tutti nudi perché il mare li ha spogliati di tutto, è stato terribile. Ho visto corpi di donne e bambini sulla spiaggia, scene che rimarranno impresse per sempre. Ho visto corpi senza vita recuperati dal mare. Non riesco a parlarne senza piangere ancora”.
«Io ero lì con lui, non è un politico, è un uomo delle istituzioni, non centellina le parole» – aveva dichiarato Ceraso alla Dire su Piantedosi. «Anche io sono un uomo prestato alla politica, mi trovo a fare il sindaco dopo due anni di commissariamento del Comune per mafia. Sono sindaco da tre mesi, appena arrivato ho affrontato un’alluvione che ha distrutto alcune località proprio a Steccato. So cosa vuole dire affrontare i disastri e quello che non serve sono le polemiche. Dividersi ora non serve. Disquisire sulla frase del ministro mi sembra assurdo. Il pomeriggio di quella domenica Piantedosi era già a Crotone, non vedo cosa abbia potuto scatenare questa polemica. Si è comportato ottimamente».