Migranti, Di Battista contro il governo: «A questo punto era meglio Gentiloni»

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«Dovevano chiudere i porti hanno preferito chiudere gli occhi davanti agli sbarchi. Dovevano fare il blocco navale ma hanno bloccato solo il super bonus. Dovevano combattere l’Europa matrigna ma ormai mettono in copia la von der Leyen pure nelle mail interne. Dovevano puntare sull’interesse nazionale ma hanno preferito puntare su Biden accontentandosi di qualche pacca sulle spalle».

Lo ha scritto Alessandro Di Battista su Facebook.

«A questo punto era meglio Gentiloni. L’originale è sempre meglio delle copie sbiadite», conclude Di Battista.

In un altro post sul social network, l’ex deputato ha affrontato il tema migranti osservando: «Potremmo parlare a lungo di quel che avrebbero detto Meloni e Salvini se non fossero rispettivamente presidente del Consiglio e vice-presidente (nonché ministro dei Trasporti ovvero responsabile della Guardia Costiera). Ma il punto non è questo. Il punto è che nessuno si occupa delle cause. Nessuno osa parlare (e far propria questa battaglia) del diritto a non emigrare. Un diritto che dovrebbe essere garantito (o quanto meno un diritto per il quale occorrerebbe lottare) ai calabresi, siciliani, lucani, palestinesi, siriani, congolesi, guatemaltechi etc».

La mancata soluzione diplomatica della guerra in Ucraina (la parola negoziato è sparita dal vocabolario dei politici europei, Meloni inclusa) ha a che fare con la crisi sociale ed economica che si ripercuote sui flussi migratori. Il totale disinteresse sulla questione palestinese e sul sacrosanto diritto al ritorno (i palestinesi preferirebbero 1000 volte tornare in Palestina piuttosto che scappare dai campi profughi in Libano e rischiare la vita per arrivare in Europa via Turchia) ha a che fare con i flussi migratori. Ma il governo di quelli “dell’interesse nazionale” preferisce andare contro gli interessi italiani (legati anche alla “pacificazione” del Mediterraneo) per ossequiare Netanyahu come ha fatto due giorni fa Salvini (difficile trovare un politico più ignorante di lui sulla questione palestinese) quando ha detto “dico convintamente sì a Gerusalemme capitale di Israele, nel nome della pace, della storia e della verità”. Nemmeno si accorge che dichiarazioni del genere allontanano la Pace anziché avvicinarla» prosegue il post.

Le guerre di invasione mascherate da missioni di pace come quelle in Afghanistan (voluta da politici di destra e sinistra ancora al “potere”) ha a che fare con i flussi migratori. Erano afghane alcune delle vittime della strage di Cutro. La guerra in Libia voluta dalla Clinton, da Sarkozy e promossa in Italia da Napolitano, guerra che Berlusconi non voleva ma che alla fine ha accettato (la cosa lo rende ancor più responsabile) ha a che fare con i flussi migratori. Il desiderio occidentale di esportare la democrazia con le bombe, desiderio che si trasforma sempre in un massacro e in un rafforzamento dei poteri che si intendeva eliminare (vedi talebani e Assad) ha a che fare con i flussi migratori. L’incapacità della politica europea (ed italiana) di stringere rapporti con gruppi politici africani che lottano per il “diritto di stare a casa propria”, ovvero lottano contro il neo-liberismo galoppante ed il neo-colonialismo (quello che Sankara definiva “imperialismo monetario”) ha a che fare con i flussi migratori.
A quanto pare gli ex-sovranisti, quelli del “piano Mattei” a parole, hanno trovato la soluzione. Pene più alte per gli scafisti (l’unico specchietto per le allodole che sono riusciti a trovare) e “accoglienza interessata” (quella che fa rima con “gli immigrati ci servono”). Ovvero l’altra faccia dello sfruttamento», scrive ancora Di Battista.

«Ma dell’Africa e degli africani non sembrano interessati. Per non parlare delle popolazioni massacrate con “guerre umanitarie” fatte non per esser vinte ma per durare nel tempo (come disse Assange) ed oggi abbandonate al loro destino.
C’è chi sostiene che occuparsi della cause richieda troppo tempo. E’ vero, ma sarebbe tempo di iniziare. A meno che non si intenda “sfruttare” il tema dell’immigrazione per differenziarsi. D’altronde è uno dei pochi temi che ancora possono differenziare (o far finta di farlo) la nostra destra e la nostra sinistra», conclude il post.

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