«Al demanio abbiamo sempre pagato poco o niente. Credo che lo Stato ne ricavi cento milioni l’anno. Ecco. Dovrebbe prendere 800. O più».
Così Flavio Briatore intervistato dal Corriere della Sera.
«Ma è tutto sfalsato. A partire dal potere in mano ai concessionari. Questi devono sparire. Sono tizi che a volte hanno avuto decine di anni fa delle concessioni, vai a sapere come, e oggi troppo spesso le sfruttano senza lavorarci e senza produrre niente. Zero», ha aggiunto il manager.
«Insisto: vanno tutelate il più possibile le famiglie che vivono solo di quella concessione. Per me non dovrebbero neanche fare le aste. Gli altri sì: si fissino criteri e poi si facciano le gare. Criteri seri, però. Se no uno, se vuole, si compra tutti i dintorni. Conosco i miei vicini: quelli del Bagno Piero sono lì dal ’33 e fanno solo quello. Un altro è un commercialista di Milano che non ha mai piantato un ombrellone e affitta la concessione a 200.000 euro l’anno. Non va bene», ha sottolineato Briatore.
L’anno scorso il Twiga ha fatturato 10 milioni di euro: «E sarebbe giusto che di concessione, dicevo, ne pagassi cinquecentomila», ha detto l’imprenditore, che ha aggiunto: «L’ho detto anche alla Daniela (Santanché, ndr), che era mia socia prima di diventare ministro. Non parlo per me: io non posso fare un centesimo di nero perché ho tutti gli occhi addosso. Ma in generale io partirei dal valore della zona, perché una cosa è Catanzaro Mare e un’altra Portofino. Poi farei un tot a ombrellone. A contare gli ombrelloni non è che ci vuole un genio. Pochi mesi e la mappatura si fa».