“Le poche informazioni dell’ultimo bollettino medico di Papa Francesco sembrerebbero delineare una situazione di patologia lieve, con un quadro acuto. Forse broncolitico? Broncopolmonare? Non sappiamo. La situazione clinica sembrerebbe buona: una forma acuta non particolarmente preoccupante. Fortunatamente, infatti, non sembra esserci un’insufficienza respiratoria che sarebbe una complicanza. Altro non si può dire”. È il punto di vista dello pneumologo Maurizio De Lisi, già primario di pneumologia all’ospedale San Camillo Forlanini di Roma, basata “sui pochissimi elementi resi noti, e che non consentono di dire molto”, spiega all’Adnkronos Salute.
“La Tac di cui si è parlato” – continua De Lisi – “è stata probabilmente precauzionale per il dolore al petto. Se escludiamo problemi cardiaci ci possono essere diversi scenari sul piano polmonare. Le variabili sono tante, non sappiamo se ci sono cronicità e senza dati certi, clinici e diagnostici, facciamo solo un esercizio teorico”. Anche il dolore al petto “di cui si è parlato al momento del Papa Francesco potrebbe avere diverse origini. Potrebbe esserci una pleurite o, addirittura, nulla”.
“Gli elementi per valutare anche una possibile risposta alle cure” – ribadisce De Lisi – “sono pochi. I pazienti con i bronchi dilatati cronicamente, per esempio, rispondono diversamente alle terapie. Ma ci potrebbe essere una forma virale banale, con tantissime altre variazioni, rispetto alla situazione di base del paziente”.
In terapia antibiotici e antinfiammatori, ancora esami
Il ricovero di Papa Francesco ieri al Gemelli “è stato tempestivo dati i fattori di rischio” e nel caso delle infezioni respiratorie (come in questa circostanza) “l’utilizzo precoce di antibiotici e anti-infiammatori è la migliore garanzia di una pronta guarigione”. È quanto si apprende da fonti mediche. Il ricovero permetterà, in una condizione di prudenza, di sottoporre il Pontefice alla terapia in forma endovenosa, mentre continuano il monitoraggio dell’ossigeno e gli esami ematochimici.