Maresciallo della guardia di Finanza condannato a 5 anni per «induzione indebita a dare o promettere utilità»

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Nicola Costanzo, maresciallo della Guardia di Finanza, è stato giudicato colpevole di «induzione indebita a dare o promettere utilità» e condannato a scontare una pena di 5 anni di reclusione. Secondo la Procura di Brescia, Costanzo avrebbe ricevuto 50mila euro in contanti dall’imprenditore Giuseppe Bellini, uno dei 38 indagati per una frode fiscale Iva di larghe proporzioni. In cambio del denaro, il maresciallo avrebbe promesso di proteggere le figlie di Bellini dall’indagine e di minimizzare le accuse a suo carico.

Inoltre, sono stati confiscati al militare i 50mila euro che gli erano stati consegnati dall’imprenditore Giuseppe Bellini, oltre ad altri beni, il cui valore è stato stimato in 473mila euro, considerati sproporzionati rispetto ai redditi legali del militare.

Il maresciallo Costanzo era al servizio della Procura di Milano ed era uno degli inquirenti dell’indagine su una frode fiscale condotta dal pm milanese Maurizio Ascione. L’inchiesta aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati 38 persone.

«Nel frattempo, però» riporta Fanpage.it «la Procura di Brescia, in particolare i pm Claudia Moregola e Paolo Savio, stavano svolgendo delle ricerche parallele sui contatti tra uno degli indagati e un maresciallo della Finanza. Grazie a pedinamenti e intercettazioni, si era capito che Costanzo si era concordato con Bellini per il pagamento di due rate da 15mila euro, già consegnate, e per una finale da 20mila. In cambio di questo denaro, il maresciallo si impegnava a non denunciare anche le figlie dell’imprenditore, a risparmiargli nell’informativa al pm l’imputazione di associazione a delinquere e a contestargli gli addebiti fiscali in un modo che lasciasse spazio alla sua difesa tecnica».

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