Massimo Giletti ha raccontato di essere rimasto «basito» dalla decisione di La7 di sospendere Non è l’Arena in quanto la trasmissione vanta «una media di circa il 6%». A Valerio Staffelli di Striscia la notizia che è andato a consegnargli il tapiro, il giornalista ha detto scherzando: «Bisogna chiedere a Urbano Cairo il perché mi abbiano mandato via, forse l’ha fatto perché sono juventino. Magari vengo a Mediaset».
Quanto alla messa in onda dello speciale su Matteo Messina Denaro, ha risposto: «L’Italia non è ancora pronta ad ascoltare certe verità, fa più comodo tenerle nei cassetti».
Da La7 ancora non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali, dopo la comunicazione di chiusura del programma di ieri. «Alle 13.41 di ieri, 13 aprile, stavamo lavorando al programma che sarebbe dovuto andare in onda domenica. Alle 13.42 eravamo senza lavoro», ha raccontato una delle 35 persone che collaboravano alla realizzazione di Non è l’Arena.
Sandra Amurri, collaboratrice di Giletti e ospite fissa in trasmissione, ha detto all’AdnKronos: «Mi chiedo: c’è davvero qualcuno disposto a credere che la ragione di una tale decisione della rete, possa essere dipesa dal pagamento di Baiardo per le sue partecipazioni al programma? E non sia, invece, scaturita dal susseguirsi di inchieste su fatti di mafia-politica-servizi deviati-massoneria, già in parte noti, ma prevalentemente, solo agli addetti ai lavori? E, aggiungo, non sia invece scaturita dalle inchieste in cantiere su altre verità nascoste sui cosiddetti “intoccabili”?».
«Non resta che sperare che la Procura di Firenze che ha ascoltato Massimo come persona informata dei fatti, e interrogato Baiardo, possa dare le adeguate risposte in tempi ragionevoli», ha aggiunto la giornalista.