Ponte sullo Stretto, Travaglio: «È come il Tav: non ci sono i soldi e serve solo per comprare clientele»

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Marco Travaglio, nel suo intervento settimanale ad ‘Accordi&Disaccordi’, ha commentato lo scoop del Fatto Quotidiano che ha rivelato come i costi della realizzazione del Ponte sullo Stretto siano aumentati del 60 per cento rispetto al 2012, ovvero di 15 miliardi.

«È come il Tav Torino-Lione: non ci sono i soldi. Serve solo per comprare clientele», ha detto il giornalista.

«Il documento che illustra i reali costi di quel ponte rivela tutta la pochezza di questo governo e del ministro Salvini, perché i soldi non li hanno e non può andare nel Pnrr perché il Pnnr deve prevedere opere che saranno concluse e consegnate entro il 2026. Quindi è evidente che un ponte di quelle dimensioni, di quella difficoltà, ammesso che stia in piedi, in ogni caso non può essere completato nel giro di tre anni e nemmeno nel giro di cinque», ha spiegato Travaglio.

«Il ponte sullo Stretto è come il Tav Torino-Lione. Costano più o meno lo stesso: 15 in partenza, poi diventeranno 20 o 25 all’italiana. Devono continuare a tenerlo in piedi per due motivi. Primo, continuare a buttare via soldi per comprare clientele in progettazioni, engineering, ritocchi, ritorni all’indietro, ritorni in avanti. Eravamo partiti dalla campata unica, poi si era cambiato progetto. Adesso siamo tornati alla campata unica. La seconda cosa è che bisogna fare favori a questo Salini, uno dei finanziatori del cosiddetto Terzo Polo, che adesso è ‘pappa e ciccia’ con Salvini e che è in causa con lo Stato. Credo che abbia perso il primo round, ma credo sia in attesa del secondo. Quindi bisogna tenere su gli interessi di questo signore, che è il più grande costruttore italiano», ha concluso il direttore del Fatto.

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