Massimo Giletti, parlando su RTL 102.5, ha detto che in Italia non è facile fare un certo tipo di televisione che disturba chi sta nei palazzi del potere. Il giornalista ha affermato di avere molto rispetto per i magistrati in questo momento delicato e ha dichiarato di avere un contratto che lo vincola all’azienda per cui ha lavorato per sei anni, pertanto non può parlare senza autorizzazione e chiarire in modo serio riguardo alla chiusura di Non è l’Arena. Giletti ha ringraziato le centinaia di persone che continuano a sostenerlo e ha sottolineato l’importanza di avere il coraggio di fare un certo tipo di televisione, nonostante le difficoltà. Tuttavia, per rispetto dell’azienda, non ha potuto dire altro.
«Nel nostro Paese non è facile fare un certo tipo di televisione», ha detto Giletti in chiusura di puntata.
«Vorrei dire tante cose, e verrà il giorno in cui potrò dirle. In questo momento ho tanto rispetto per i magistrati, data la situazione delicata. L’importante è avere la coscienza a posto, poi la verità verrà fuori. Ho un contratto che mi vincola all’azienda in cui ho lavorato per sei anni, e per rispetto a questo contratto non posso parlare senza autorizzazione e chiarire in modo serio. Devo dire grazie alle centinaia di persone che continuano a mandarmi messaggi di sostegno, non per me ma per tutto il gruppo di lavoro», ha affermato ancora Giletti.
«Nel nostro Paese non è facile fare un certo tipo di televisione, che va a disturbare chi sta nei palazzi, ma bisogna avere il coraggio di farla. Quando c’è una situazione delicata, abbiamo il dovere doppio di andare nelle sedi corrette, io l’ho fatto, il resto sono chiacchiere. Ci sono intercettazioni terribili, dove qualcuno di importante dice ‘Va chiuso Giletti’. L’ho letto su La Repubblica, Marcello Dell’Utri. Sono intercettazioni che fanno capire quanto quel lavoro era importante. Ma noi non molliamo e continueremo a farlo. Lo devo alle persone che ci hanno seguito ma per rispetto dell’azienda per cui ho lavorato non posso dire altro, se non ringraziarla per ciò che mi ha fatto fare in questi ultimi anni», ha concluso il giornalista.