Alessandro Orsini denuncia in un nuovo post sui social la disinformazione sulla guerra in Ucraina.
«Ferma restando la mia condanna dell’invasione, ci tengo a precisare che quasi tutto quello che viene detto sull’andamento degli scontri è falso. La situazione per gli ucraini in Donbass è ipertragica con centinaia e centinaia di caduti che si accumulano disumanamente tutti i giorni», scrive il professore, che fa notare: «Da quel che mi risulta, i caduti ucraini a Bakhmut (e non soltanto) sono addirittura più numerosi di quelli russi. Non sono in grado di dire il numero esatto dei soldati ucraini caduti – i numeri esatti in Italia non sono altro che i numeri falsi dei propagandisti della Nato – ma posso assicurare che si tratta di un numero spaventoso. È anche del tutto falso che gli ucraini non stiano conducendo alcuna controffensiva nell’attesa di scatenarne una soltanto che sia definitiva. I soldati ucraini tentano continue controffensive a Bakhmut (e non soltanto), spesso di notte, ma vengono falcidiati dai russi».
«Non pochi soldati ucraini si ammutinano o rifiutano di eseguire gli ordini dei loro comandanti perché viene chiesto loro di lanciarsi in missioni suicide senza senso ai loro occhi. Viene chiesto loro di slanciarsi contro i russi con la certezza assoluta di essere colpiti dall’artiglieria.
La ragione per cui i media dominanti in Italia non riportano queste notizie sono due», spiega Orsini.
«La prima è che sono sotto il controllo completo dell’amministrazione Biden. La Casa Bianca stabilisce quali siano i contenuti da trasmettere e i principali quotidiani italiani si adeguano, come dimostra l’analisi comparata dei contenuti dei principali quotidiani italiani e di quelli diffusi dalla Casa Bianca sulla guerra in corso. L’osservazione emotivamente distaccata della realtà mostra che la coincidenza è perfetta.
La seconda ragione è che i media dominanti in Italia hanno come compito principale non di informare, bensì di creare consensi intorno alla guerra in Ucraina per cui gli italiani devono essere indotti a credere che sconfiggere l’esercito russo sia un gioco da ragazzi che non avrà ripercussioni di alcun tipo sull’Italia», prosegue il docente.
«Sotto il profilo culturale, il tema più interessante, di cui spero di occuparmi presto in un mio prossimo video Youtube, è il processo di sostituzione della cultura della pace con la cultura della guerra in Italia. I nostri adolescenti sono sottoposti a un processo di risocializzazione latente contro i principi pedagogici della nostra Costituzione giacché l’Italia deve prepararsi a sostenere le prossime guerre della Casa Bianca, probabilmente anche con la Cina. Questo richiede che i giovani italiani siano educati ad amare le armi, la guerra, il sangue e le battaglie sul campo», conclude.