Di Battista: «Vergognosa campagna denigratoria verso tutti coloro che non si sono bevuti la storiella della lotta di civiltà tra bene e male in Ucraina»

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Alessandro Di Battista, in un post sui social, ha denunciato che il 2022 è stato un anno record per le spese militari.

«È davvero avvilente pensare che tale incremento sia venuto dopo il dramma del Covid. Dovevamo uscirne migliori non è vero? 2240 miliardi di dollari spesi nel settore della difesa nell’ultimo anno. Parliamo di una cifra mostruosa. Più del PIL dell’Italia. Gli Stati Uniti hanno speso 877 miliardi di dollari», ha spiegato l’ex deputato.

«La corsa al riarmo favorisce, ovviamente, le imprese che producono armamenti. Ebbene le prime 5 sono USA (Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, General Dynamics, Raytheon Technologies). La sesta, la BAE Systems è britannica. Casualmente USA e GB sono i due paesi che spingono maggiormente per l’invio di armi a Kiev, per l’aumento delle spese militari dei paesi NATO e sulla sconfitta militare della Russia. Inoltre i principali investitori istituzionali di tali multinazionali degli armamenti sono per lo più fondi di investimento e banche d’affari americani. In particolare BlackRock, State Street Corporation e Vanguard Group», prosegue il post.

«Tra l’altro si tratta dei principali investitori anche delle grandi case farmaceutiche (Pfizer, J&J e Moderna) e dei principali social media. Un minimo (dico un minimo) di coscienza civica sarebbe doverosa dopo 15 mesi di guerra nel cuore dell’Europa caratterizzati da una vergognosa campagna denigratoria verso tutti coloro che non si sono bevuti la storiella della lotta di civiltà tra bene e male in Ucraina. La stessa storiella, tra l’altro, che ci hanno raccontato per la guerra in Iraq, per quella in Afghanistan o per quella in Libia contro Gheddafi», ha scritto ancora Di Battista.

Il post si conclude con un P.S. «Sto analizzando accuratamente le mail dei collaboratori della Clinton pubblicate da WikiLeaks nel 2016. Una parte del monologo che sto scrivendo sul caso Assange (la data del 1 giugno è sold-out ma replichiamo il 5 giugno sempre al teatro Tor Bella Monaca di Roma) vorrei dedicarla agli interessi geopolitici che hanno spinto Francia e Stati Uniti a bombardare la Libia».

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