Alessandro Orsini, in un nuovo post sui social, ha sottolineato come i dati del Fondo Monetario Internazionale dimostrino che quest’anno la Russia crescerà più della Gran Bretagna e della Germania, e probabilmente anche di Francia e Italia, superando quindi quattro paesi del G7. Il professore ha fatto notare come le sue previsioni siano state giuste, nonostante le critiche ricevute dai media italiani, che lo hanno accusato di fare propaganda per il Cremlino. Orsini ha infine parlato della libertà degli studiosi di esprimersi liberamente senza essere soggetti a pressioni politiche o ideologiche e ha rimarcato la necessità di un’indipendenza accademica.
«Dati del Fondo monetario internazionale: quest’anno la Russia crescerà più della Germania e della Gran Bretagna e, probabilmente, anche più di Francia e Italia, cioè più di quattro Paesi del G7. Quando fui intervistato nel primo giorno di guerra a Sky Tg 24, Valentina Bendicenti mi chiese quali sarebbero state le conseguenze delle sanzioni dell’Occidente contro la Russia», ha scritto Orsini, che ha ricordato: «Risposi che le sanzioni avrebbero danneggiato più l’Europa che la Russia. Corriere della Sera, Repubblica, la Stampa, Libero, il Foglio, il Giornale, dissero che dovevo sparire dallo spazio pubblico perché facevo propaganda per il Cremlino inducendo gli italiani a credere che la Russia avrebbe resistito alle sanzioni. Ora viene fuori che la propaganda la facevano loro, mentre io dicevo la verità e facevo onestamente il mio lavoro di studioso senza farmi spaventare da aggressioni o ritorsioni. Le mie previsioni erano giuste».
«Sono sempre stato un difensore della società libera e, quindi, dell’autonomia dell’università rispetto al potere politico. La cosa tragicomica è che oggi è proprio il Corriere della Sera a scrivere che la Russia crescerà economicamente più di Germania e Gran Bretagna. Non solo: oggi il Corriere della Sera ripete le mie stesse identiche parole dicendo che l’Occidente ha commesso l’errore di sopravvalutarsi. Che pena. Il problema in Italia non è la propaganda russa, ma il fatto che gli studiosi non siano liberi di parlare a meno che non accettino di fare propaganda a loro volta. Io la propaganda non l’ho mai fatta, l’ho soltanto combattuta, e adesso il Corriere della Sera fa la sua bella figuraccia», conclude il post.
