Pnrr e armi, Di Battista: «Ecco l’ultima vergogna dell’Ue»

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Alessandro Di Battista, in un video pubblicato su Facebook, ha denunciato che «i fondi del PNRR stanno per essere dirottati per comprare armi».

«La situazione sta degenerando, diventa sempre più grave. Ovviamente mi riferisco alla guerra in Ucraina, anzi alla guerra Russia contro NATO e Unione Europea in Ucraina, perché di questo si tratta. Ci hanno trascinato in guerra. L’hanno fatto attraverso fake news, menzogne, manipolazione, balle su balle che ci hanno raccontato nell’ultimo anno e mezzo attaccando tutti coloro che avevano una visione diversa. È tipico! Tipico di quei regimi pseudo-democratici che spingono la pubblica opinione ad accettare una guerra con tutte le conseguenze potenzialmente devastanti», ha spiegato l’ex deputato.

«Ho scritto un foglio intitolato ‘la cronologia della vergogna’. Vi prego, cerchiamo sempre di unire i punti e di coltivare la memoria. Il 10 gennaio del 2023, alcuni mesi fa, Stoltenberg, segretario generale della NATO, faceva questa dichiarazione: ‘i Paesi della NATO e dell’Unione Europea hanno esaurito le scorte per fornire aiuti militari all’Ucraina, adesso aumentare la produzione‘. 40 giorni dopo, 20 febbraio 2023, Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, anche datore di lavoro di Luigi Di Maio, fa questa dichiarazione: ‘il dossier più urgente è quello delle munizioni, se falliamo la guerra è a rischio’. Cioè, non è che la pace è a rischio, la guerra è a rischio! ‘L’Ucraina ha bisogno di proiettili, in particolare di quelli di calibro 1.55. La Russia spara 50.000 proiettili al giorno, dobbiamo fare in modo che l’Ucraina abbia le stesse capacità: oggi presenterò una serie di proposte e domani sarò alla NATO», ha detto ancora Di Battista.

«Sentite questa dichiarazione di Borrell sulle spese del PNRR per armi: ‘non c’è scelta e la guerra nessuno vuole le armi, sono il primo, ma le persone che sono al comando, parlamentari politici di alto livello sia Nazionale che europeo, devono mandare un messaggio’. È un ordine che sta dando ai parlamenti: ‘non abbiamo voluto questa guerra, non la stiamo cercando, ma la guerra è una realtà’. Dunque siamo in guerra», ha aggiunto.

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