Gratteri lancia l’allarme: «Da un po’ di anni è in corso una sorta di smobilitazione della legislazione antimafia»

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«Da un po’ di anni è in corso una sorta di smobilitazione della legislazione antimafia e del sistema carcerario partendo dal mantra che le mafie non ci sono più, Cosa Nostra non c’è più, e che quindi non c’è più pericolo e bisogna abolire il 41 bis».

Così il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo.

«Il 41 bis non è un sistema penitenziario tipo Guantanamo. Chi è detenuto al 41bis, dal punto di vista astratto, sta più comodo di chi è all’alta sicurezza o tra i comuni. Chi è al 41bis sceglie di continuare a stare lì perché ha la possibilità, collaborando, di uscirne subito», ha rimarcato il magistrato.

«Il potere non vuole gente pensante, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi», ha poi affermato Gratteri rispondendo alla domanda sul perché erano saltate le sue nomine prima a ministro della Giustizia e, recentemente, a capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

«La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto, è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa», ha aggiunto Gratteri «Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura», ha sottolineato.

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