Giuseppe Conte negli ultimi mesi si è riscoperto contrario all’invio di armi all’Ucraina, in linea con lo spirito pacifista del Movimento 5 Stelle di un tempo, ma su questo tema l’ex Avvocato del Popolo ha più di uno scheletro nell’armadio. La sua, infatti, è soltanto una[wlm_private “SEF+”] mossa calcolata per recuperare i consensi che sta perdendo. E appena si renderà conto che la maggior parte degli italiani è invece favorevole al sostegno prolungato a Zelensky, forse cambierà anche idea facendo un’inversione a U.
Nonostante nei giorni scorsi abbia rivendicato la scelta di aver votato contro la destinazione di parte dei fondi del Pnrr per armare l’Ucraina perché teme «una escalation militare dagli esiti imprevedibili», Conte ha avuto un ruolo chiave nell’invio di armi a Kiev.
Nel novembre scorso, Conte diceva che «se ci consentissero di votare, voteremmo “no” all’invio delle armi», dimenticandosi di aver sostenuto il decreto “Ucraina”, approvato dal governo Draghi a fine febbraio 2022 all’unanimità dal Consiglio dei ministri, dove sedevano anche gli esponenti del Movimento. Inoltre, come ricostruito dal sito di fact checking Pagella Politica, il 1 marzo 2022 Camera e Senato hanno approvato due risoluzioni a larga maggioranza, con i voti favorevoli anche dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Entrambe le risoluzioni sono state sottoscritte da un deputato e da una senatrice del Movimento 5 stelle e impegnavano il governo ad «assicurare sostegno e solidarietà» all’Ucraina, anche attraverso la «cessione di apparati e strumenti militari» al fine di «esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione» dopo l’invasione russa.
E ancora: il 21 giugno del 2022, un’ulteriore risoluzione approvata anche con i voti del Movimento 5 stelle, impegnava il governo a «continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari».
Peraltro Conte, quando era a capo del governo ha aumentato le spese militari di «più» rispetto ai precedenti esecutivi e ha sempre confermato gli impegni della Nato per alzare gli investimenti nella difesa..
Dire, come ha fatto Conte, che «noi non abbiamo mai votato l’invio delle armi» è un insulto all’intelligenza, ma ancor di più lo è la sua finta opposizione anche alla guerra.
Il M5S delle origini non avrebbe avuto dubbi su come votare davanti ad un provvedimento del genere, Conte invece con una mano dà le armi a Zelensky e con l’altra nasconde le sue malefatte, sempre con lo stesso obiettivo: racimolare qualche voto per continuare a fare politica e intascarsi un lauto stipendio di 15 mila euro al mese.
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