La diga di Nova Kakhovka, nel sud dell’Ucraina, è esplosa nella notte tra il 5 e il 6 giugno, quando gran parte della paratoia della struttura è crollata. Immagini satellitari hanno però rivelato che[wlm_private “SEF+”] la diga era stata danneggiata già giorni fa nel punto in cui transita la maggior parte dell’acqua convogliata.
Il Washington Post ha confrontato le immagini satellitari prodotta da Maxar tra il 28 maggio e il 5 giugno e ha sottolineato come fosse già evidente il danno alla diga. Secondo il giornalista Evan Hill, dieci giorni fa il ponte stradale che «intercetta» la barriera era ancora integro, mentre il 5 giugno risultava crollato. Un’analisi delle immagini satellitari a più bassa risoluzione suggerisce che la perdita della sezione del ponte sia avvenuta tra l’1 e il 2 giugno. La CNN non è stata in grado di verificare indipendentemente se il danno al ponte stradale abbia avuto un ruolo nel crollo della diga, o se sia stato distrutto in un attacco da una delle parti in guerra. Entro il 4 giugno, il tratto di strada che passa attraverso era stato totalmente distrutto. È importante ricordare che anche nel marzo scorso i satelliti avevano registrato danni malfunzionamenti alla diga, riscontrando come unica operazione l’apertura di alcune paratoie che regolano il flusso d’acqua.
La diga era stata già danneggiata nel novembre scorso, secondo quanto riportato dai media russi, che avevano accusato l’Ucraina anche in quell’occasione.
I servizi russi hanno poi accusato il Washington Post di aver rimosso un articolo pubblicato sul proprio sito web nel 2022 in cui sosteneva come le forze armate ucraine fossero pronte a far saltare in aria la centrale idroelettrica di Kakhovskaya con missili Himars. Un «esperimento», si legge, «che ha avuto successo». Secondo il Cremlino questa è una «prova» della responsabilità ucraina nella distruzione della barriera sul Dnepr. Inoltre, su Telegram i russi hanno diffuso un video del 19 aprile che mostra un’analisi militare in cui veniva descritto lo scenario della distruzione della diga, che «avrebbe portato a un parziale allagamento dei nostri campi minati in direzione di Kherson».
Bisogna anche ricordare che la diga di Kakhovka è fondamentale anche per i russi. La Crimea, annessa alla Federazione Russa nel 2014, dipende dall’acqua raccolta nel bacino situato a 400 chilometri a nord, in quanto non ha sorgenti idriche proprie.
[/wlm_private]