Beppe Grillo è stato qualche giorno fa a Roma e ha convocato Conte insieme ad altri capoccia del Movimento. Primo fra tutti il tesoriere Cominardi. Perché? Beppe sta[wlm_private “SEF+”] battendo cassa. Vuole il rinnovo del suo contratto da consulente per la comunicazione da 300.000 euro all’anno. Giustamente si preoccupa perché nessuno dei parlamentari sta versando un euro, neanche Conte, e il Movimento sta lentamente scomparendo a livello di consenso. Meno voti, meno soldi.
Grillo ha voluto convocare anche Chiara Appendino, nonostante non abbia alcun ruolo formale. Il motivo? Quello ufficiale è proprio darle un ruolo formale come vice di Conte. Quello vero, secondo alcuni, è iniziare a dare il benservito all’ex premier e rimpiazzarlo proprio con l’ex sindaca di Torino. Appendino è una donna ed è giovane. Può diventare, secondo il visionario Beppe, una valida alternativa alle altre due donne della politica italiana. Dopo Giorgia ed Elly, arriva Chiara. La strategia ha un senso. Grillo pensa nel lungo termine, cosa che a Conte non riesce proprio. Le casse del Movimento infatti languono e Conte non sa come pagare Grillo e forse neanche la sede di lusso in pieno centro di Roma. La riorganizzazione, che viene annunciata dall’ex premier dopo ogni sconfitta elettorale da due anni a questa parte, non riesce proprio a partire.
Oggi un’altra tegola: la coordinatrice regionale del Lazio Valentina Corrado ha dato le sue dimissioni irrevocabili. Era stata nominata meno di 4 mesi fa. Conte poi è riuscito a far arrabbiare mezzo mondo con le sue dichiarazioni sul Pride: «Non ci vado, non vado neanche ai compleanni», mentre trova il tempo di andare nella masseria di lusso di Vespa assieme a tutto il governo di centrodestra. Una gaffe dietro l’altra.
E intanto tra due settimane arriverà un altra batosta elettorale: quella delle regionali del Molise. Secondo il sondaggio Tecnè pubblicato ieri, il candidato di centrodestra Roberti raccoglie un consenso che va tra il 51 e il 55%, mentre Gravina della premiata accozzaglia Pd/Movimento si ferma tra il 43 e il 47%. Un vantaggio medio dell’8% per il candidato del centrodestra. Ossia una sconfitta sicura. Forse gli elettori non hanno gradito che il Movimento abbia candidato l’attuale sindaco M5s di Campobasso Gravina, contravvenendo alla regola che stabilisce che chi è nel mezzo di un mandato non si possa candidare per un’altra carica e Gravina è stato votato dagli elettori di Campobasso per fare il sindaco per altri due anni. Il Movimento in Molise nel 2018 aveva superato il 38%, se riuscirà a tenere un risultato a doppia cifra sarà un miracolo. Miracolo che forse non basterà a Conte per resistere all’assedio di Grillo. Il castello di carte di Conte sta crollando.
[/wlm_private]