D’Alema indagato, M5S muto. Conte protegge il suo amico

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Indagato D'Alema, l'amico di Conte (video di settembre 2022)

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La procura di Napoli ha aperto un’indagine nei confronti dell’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema per via del suo presunto coinvolgimento in una trattativa avvenuta nel 2022 per vendere al governo della Colombia aerei militari M346 e sommergibili prodotti da Leonardo e Fincantieri per un complessivo valore economico che ammontava a oltre 4 miliardi di euro.

D’Alema per ora è solo indagato, ma stupisce che dal mondo politico non si sia levata una sola voce di commento o critica. Certo non ce lo si aspetta dal garantista Renzi, o dal Pd. Ma il M5S, che[wlm_private “SEF+”] era nato sotto le insegne dell’onestà, non ha niente da dire? Non c’è stato neanche un consigliere comunale M5S a commentare questa notizia.

Il motivo è semplice ed è la grande amicizia tra il capo del M5S Conte e D’Alema. D’Alema nel governo Conte II è diventato uno dei più fidati consiglieri. Conte in un’intervista a La7 non smentì questo rapporto e disse: «D’Alema è una persona di rara intelligenza politica, ci sentiamo ogni tanto. Parlare con D’Alema di politica estera vuol dire parlare con uno che sa di cosa parla». E certo! Chissà se Conte si ricorda di quando D’Alema, in ossequio alla Nato, decise di bombardare la Serbia. Gli rinfreschiamo la memoria: «Nel 1999 il governo presieduto da Massimo D’Alema autorizzò l’uso dello spazio aereo italiano per la guerra della Nato contro la Serbia di Milosevic, scoppiata per la crisi in Kosovo. Dalla base aerea Nato di Aviano si alzarono in volo i caccia bombardieri. La guerra contro Belgrado fu (quasi) tutta aerea. Anche l’Italia prese parte al conflitto. Il governo presieduto da Massimo D’Alema autorizzò l’utilizzo dello spazio aereo. Dal nostro territorio, quindi, partirono i raid offensivi. Fu il secondo intervento bellico italiano dal Dopoguerra».

Conte, pacifista solo per tornaconto elettorale dopo aver segnato i record di spesa militare con i suoi governi, in effetti ricorda proprio D’Alema. A parole contro la guerra, appena giunge al potere guerrafondaio. Oggi Conte vede il suo amico di rara intelligenza politica e esperto di politica estera, indagato proprio per una vendita all’estero di mezzi militari. Il Movimento di un tempo avrebbe fatto interrogazioni, inchieste, video informativi per i cittadini. Sarebbe voluto andare a fondo di questa commistione tra politica e affari. Il Movimento di oggi è silenziato da Conte e contribuisce all’anestetizzazione dei cittadini. Nessuno tocchi D’Alema: Conte non vuole!

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