Conte senza spina dorsale non va al funerale di Berlusconi

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Giuseppe Conte ha mostrato la sua[wlm_private “SEF+”] ambiguità e mancanza di leadership anche nella vicenda della morte di Silvio Berlusconi. L’ex Avvocato del Popolo, appresa la notizia della morte del Cav, ha prima inviato un messaggio di cordoglio con frasi di circostanza, come ci si aspetta da un leader politico del suo calibro. Poi in serata, ha ceduto al livore degli attivisti e di alcuni parlamentari, e ha corretto il tiro indicando Berlusconi come principale avversario politico. Oggi ci saranno i funerali di Berlusconi, ma Conte ha annunciato che non ci sarà, senza dare ulteriori spiegazioni. Non ha rivendicato la sua assenza come atto politico antiberlusconiano, né ha parlato di impegni familiari come ha fatto per il Gay Pride.

È sintomo, forse, di vergogna per un’assenza veramente difficile da comprendere. Sarebbe stato più apprezzabile un Conte che, con coraggio, dicesse «Non vado perché sono antiberlusconiano». Invece per lui vale quello che scrisse Manzoni per descrivere Don Abbondio: «Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare». È in questi momenti che si vedono i veri politici e i veri uomini. Quando riescono a fare la cosa giusta, nonostante possa non essere capita da qualcuno. Conte non ha superato questa prova. Come Don Abbondio, Conte non ha retto il confronto con due bravi: la fronda grillina di sinistra antiberlusconiana capeggiata da Roberto Fico e la linea editoriale di Marco Travaglio, che continua ad attaccare Berlusconi anche da morto. Una rovinosa caduta di stile per l’ex premier, anche perché, come gli ha fatto notare anche Carlo Cottarelli, il 13 giugno 1984, 39 anni fa, «Almirante visitò la salma di Berlinguer accolto da Nilde Jotti e Giancarlo Pajetta. I leader dell’opposizione dovrebbero andare tutti al funerale di Berlusconi». Elly Schlein invece ci sarà. E, a confronto con la mollezza di Conte, appare come un gigante.

Conte, con questa mossa da pusillanime, spera forse di non ricevere attacchi interni, di non avere commenti negativi, di aumentare i like o di raccattare qualche voto in più. È un’illusione. Emerge sempre più la sua doppia faccia, la differenza abissale tra il Conte pubblico e il Conte sottobanco, la sua ambiguità e mollezza. Anche all’interno, annusata la sua debolezza, i parlamentari lo massacrano: «Prima fa un post esagerato, poi attaccato dai suoi internamente, batte in ritirata», «Un gesto tardivo. È una pezza che è peggio del buco». L’unica cosa che otterrà nel lungo periodo è l’indifferenza, quella che si riserva ai codardi. Perché gli italiani possono tollerare tutto, ma non chi non ha un briciolo di spina dorsale. I funerali oggi sono quelli di Berlusconi, ma il De Profundis è per la leadership di Conte.

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