“Violenza trasformata in spettacolo”: trecento firme contro De Girolamo per l’intervista alla vittima dello stupro di Palermo

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Il 31 ottobre, durante il programma “Avanti Popolo”, è stata ospitata la ragazza che ha subito lo stupro di gruppo a Palermo la scorsa setate. In seguito a questo episodio, la presentatrice e ex ministra Nunzia De Girolamo ha ricevuto un richiamo formale sia dalla Commissione Pari Opportunità della Rai che dal sindacato dei giornalisti dell’azienda.

Lo riporta Repubblica.

“Premesso che la ragazza, maggiorenne, ha scelto di accettare l’invito in trasmissione per parlare della sua storia, e che questo va rispettato poiché rientra nell’autodeterminazione, intendiamo evidenziare – si legge nella missiva – l’avvenuta violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell’esporre, per giunta a così poco tempo dai fatti, una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma”. Come si legge sul sito della Fnsi, i trecento firmatari della lettera ritengono che “la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore”.

Nel corso del programma di Rai3, prosegue la missiva, “la conduttrice ha di fatto costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti, con tanto di lettura al suo cospetto delle frasi degli stupratori, in contrasto- come anche Cpo Rai e Usigrai hanno rilevato in una nota congiunta – con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai, nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, con il Manifesto di Venezia. Come se questo non bastasse, la ragazza è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria”. Da qua la richiesta ai vertici Rai affinché, “in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, prendano posizione sull’accaduto e si assumano la responsabilità di una gestione dell’informazione e del servizio pubblico adeguata al ruolo informativo, culturale e sociale della Rai. Esigiamo – si chiude quindi la lettera – che il tema della violenza di genere sia trattato con competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità”.

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